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Cambiamenti Fisici e Ormonali

Cambiamenti Fisici e Ormonali

La crescita (e la forma) della pancia durante la gravidanza è unica per ogni donna e dipende da diversi fattori.

Oltre all’aumento di dimensione dell’utero, è necessario considerare la corporatura, le caratteristiche fisiche e il numero di gravidanze precedenti della mamma.

L’utero è un organo straordinario: in una donna non gravida è posizionato all’interno delle ossa del bacino (sotto la sinfisi pubica) e misura circa 4-5 cm.

Alla fine del primo trimestre di gravidanza (12-13 settimane), inizia ad espandersi e a superare il livello delle ossa pelviche.

A 16 settimane di gravidanza, il suo volume è paragonabile a quello di un pompelmo e si sta avvicinando all’altezza dell’ombelico.

Solo a metà gravidanza (circa 20 settimane), l’utero raggiunge l’altezza dell’ombelico. Da questo momento in poi, la sua crescita prosegue a ritmo regolare, aumentando di circa 1 cm a settimana.

Sii gentile con te stessa e con il tuo corpo che sta facendo un lavoro meraviglioso. ❤️

La forma della tua pancia non ha nulla a che fare con il sesso del bambino!

Ogni pancione è unico e la sua forma dipende da diversi fattori:
– La tua struttura fisica – Altezza, conformazione del bacino e tonicità addominale influenzano il modo in cui la pancia si sviluppa;
– La posizione del bambino – A seconda di come è sistemato nell’utero, la tua pancia potrà apparire più sporgente, più alta o più larga;
– Numero di gravidanze – Dopo la prima gravidanza, i muscoli addominali sono più elastici e la pancia potrebbe sembrare più bassa o più grande;
– Posizione della placenta – Se è anteriore, influisce sulla forma della pancia.

Per scoprire il sesso del tuo bambino, l’unico metodo affidabile è un’ecografia, test specifici come il DNA fetale o attendere la nascita.

Mamma, ogni pancia è perfetta e racconta la tua storia speciale. ❤️

La linea nigra è una linea scura che può comparire sulla pancia durante la gravidanza, di solito dal secondo trimestre.

Si estende dall’osso pubico all’ombelico o, talvolta, fino al petto. È causata dagli ormoni che stimolano la produzione di melanina, provocando l’iperpigmentazione della pelle. Dopo il parto, scompare spontaneamente in poche settimane.

Curiosità: perché si forma?

La linea nigra nasce dalla “linea alba,” una struttura fibrosa biancastra che tutte le donne hanno. Durante la gravidanza, gli ormoni la rendono visibile e più scura.

Si racconta il colore scuro che caratterizza questa linea tipica della gravidanza sia di aiuto al bambino appena nato per orientarsi verso il petto della mamma!

Il tuo corpo è straordinario e compie un lavoro incredibile per crescere il tuo bambino! ❤️

Durante la gravidanza, i genitali esterni possono subire diversi cambiamenti, spesso dovuti all’aumento del flusso sanguigno e al picco degli ormoni.

Ecco i principali cambiamenti che potresti notare:
– Colore: la vulva può scurirsi fino a diventare violacea per l’aumento della vascolarizzazione;
– Dimensioni: Le labbra interne ed esterne possono gonfiarsi e apparire più turgide;
– Forma: A volte le labbra esterne si ritraggono leggermente, rendendo le interne più visibili (se non lo erano già per la tua anatomia);
– Vene varicose: Potrebbero comparire vene varicose sulla vulva per l’aumento del flusso sanguigno e del peso del bambino. Consulta l’ostetrica se succede anche a te.

Nel terzo trimestre, tutti questi fenomeni potrebbero naturalmente accentuarsi perché i tessuti diventano più morbidi ed elastici, facilitando il parto. Dopo la nascita, tutte queste modificazioni si risolvono spontaneamente.

Consigli:
– Abituati a guardare i tuoi genitali con uno specchio durante la gravidanza e a toccarli con curiosità e rispetto. Non è strano, è cura di sé;
– Richiedi una valutazione del pavimento pelvico da un* professionista esperto*: potrai capire come stanno i tuoi muscoli, se hanno bisogno di rilassarsi o tonificarsi, e prepararti meglio al parto (e al post-parto).

Durante la gravidanza, l’aumento degli estrogeni può rendere la tua pelle più luminosa, morbida e tonica, soprattutto nel primo trimestre.

Questo cambiamento spesso dona un aspetto fresco e radioso. Tuttavia, gli ormoni possono anche causare effetti come il melasma gravidico (macchie scure sul viso) o l’inscurimento della linea mediana dell’addome, nota come linea nigra. Questi fenomeni sono normali e tendono a scomparire entro 3-4 mesi dal parto. Ricorda che la pelle di ogni donna reagisce in modo diverso, influenzata da fattori interni o esterni come le caratteristiche personali o l’ambiente.

Ecco alcuni consigli per la tua pelle:
– Controlla regolarmente i nei, perchè gli sbalzi ormonali possono modificarne forma e numero;
– Usa prodotti sicuri per la gravidanza, evitando creme con ingredienti non sicuri per la salute del feto, come retinoidi o vitamina A;
– Applica sempre protezione solare e limita l’esposizione prolungata al sole;
– Evita integratori o oli essenziali non sicuri senza il parere del tuo professionista di riferimento.

La tua pelle riflette il meraviglioso lavoro del tuo corpo: trattala con amore e, in caso di dubbi, consulta il tuo professionista di fiducia. ❤️

Durante la gravidanza, potresti notare che i tuoi capelli appaiono più belli, folti e rigogliosi. Questo è dovuto all’aumento degli estrogeni, ormoni che prolungano la fase di crescita del capello, chiamata fase anagen.

Questa trasformazione accade alla maggior parte delle donne, ma è importante sapere che ogni esperienza è unica. Alcune potrebbero non notare cambiamenti o persino vedere i propri capelli peggiorare rispetto a prima della gravidanza, a causa di fattori personali o ambientali.

Ecco alcuni consigli per prenderti cura dei tuoi capelli:
– Scegli prodotti di qualità: utilizza shampoo e balsami adatti al tuo cuoio capelluto e alle tue esigenze;
– Evita sostanze chimiche nocive: limita l’uso di cosmetici contenenti PFAS, collegati a possibili effetti negativi sulla salute;
– Lava i capelli senza esagerare: 2-3 volte a settimana è sufficiente per mantenere la cute pulita;
– Limita il calore: riduci l’uso di phon e piastre per prevenire danni e fragilità;
– Segui una dieta equilibrata: alimenti ricchi di frutta, verdura, proteine e omega-3 favoriscono capelli sani e forti.

Prenditi cura dei tuoi capelli con amore: il tuo corpo sta compiendo un lavoro straordinario, e una routine sana ti farà sentire ancora più bella e in armonia con te stessa. ❤️

Durante la gravidanza, è normale sviluppare una maggiore sensibilità agli odori, conosciuta come iperosmia gravidica. Questo fenomeno è legato alla neurogenesi, cioè alla moltiplicazione delle cellule olfattorie nel naso e può persistere anche nelle prime settimane dopo il parto.

Questa sensibilità ha due funzioni biologiche principali:
– Protezione: la mamma è più predisposta a evitare odori sgradevoli o potenzialmente dannosi, come fumo, alcol o cibi crudi, per proteggere sé stessa e il bambino;
– Legame mamma-bambino: alla nascita, questa sensibilità olfattiva aiuta la mamma a riconoscere l’odore del proprio bambino, favorendo il contatto e rafforzando il legame di attaccamento;

Se questo “super olfatto” diventa un problema, ecco alcuni consigli pratici:
– Evita esposizioni a odori forti o sgradevoli;
– Mantieni gli ambienti ben ventilati per ridurre gli odori persistenti;
– Usa detergenti e cosmetici senza fragranze forti per minimizzare il fastidio;
– Se gli odori causano disagio significativo, consulta il tuo professionista di fiducia per suggerimenti specifici.

L’iperosmia gravidica è un fenomeno temporaneo e una straordinaria forma di adattamento del tuo corpo per proteggere e prendersi cura del tuo bambino. ❤️

Durante la gravidanza, molte donne sperimentano alterazioni del gusto, un fenomeno noto come disgeusia. La disgeusia si manifesta spesso nel primo trimestre e tende a migliorare con il progredire della gravidanza.

Questo fenomeno si presenta come una sensazione insolita in bocca: alcune donne descrivono un sapore metallico, mentre altre avvertono un sapore aspro persistente, che talvolta altera il gusto del cibo.

Le alterazioni del gusto sono strettamente collegate alla iperosmia gravidica, che compare già nel primo trimestre. Questi due cambiamenti possono influenzare l’appetito, provocare nausea o persino vomito, rendendo certi cibi e profumi intollerabili, anche se prima erano graditi.

Come gestire questi fenomeni?

È importante monitorare eventuali difficoltà per evitare carenze nutrizionali e mantenere una dieta equilibrata. Ricorda che, sebbene fastidiosi, questi fenomeni sono temporanei e rappresentano un adattamento del tuo corpo per prendersi cura di te e del tuo bambino. ❤️

Durante la gravidanza, molte donne notano cambiamenti nei piedi: gonfiore, allungamento e aumento della larghezza. Questi fenomeni sono normali e legati ai cambiamenti fisiologici e ormonali di questo periodo.

Ecco i motivi principali:
– Aumento di peso: La pressione sull’arco plantare può causare un allungamento del piede di circa 2-10 mm;
– Elasticità dei legamenti: Gli ormoni della gravidanza, come la relaxina, rendono i legamenti più flessibili;
– Ritenzione idrica: I liquidi corporei in eccesso attenuano il gonfiore, soprattutto a fine giornata.

Il 60-70% delle donne riscontra piedi più lunghi o larghi dopo la prima gravidanza. Questi cambiamenti possono essere permanenti, ma sono meno evidenti nelle gravidanze successive.

Ora ti lascio alcuni consigli per il benessere dei piedi:
– Scegli scarpe comode, magari di un numero in più;
– Fai movimento regolare e tieni i piedi sollevati per ridurre il gonfiore;
– Indossa calze a compressione graduata per favorire la circolazione;
– Evita il calore e rinfresca spesso i piedi con acqua fresca.

Dopo il parto, il gonfiore diminuirà gradualmente con il riequilibrio dei liquidi corporei e degli ormoni.

Prenditi cura dei tuoi piedi: sono la base che ti sostiene in questo straordinario viaggio verso la maternità! ❤️

Durante la gravidanza, il tuo corpo si trasforma per accogliere e nutrire il tuo bambino e l’aumento di peso è un processo fisiologico essenziale per garantire una gravidanza in salute. Gran parte del peso è rappresentata dal tuo bambino, che alla nascita, se la gravidanza è a termine, probabilmente peserà tra i 2,5 e i 4 kg. A questo si aggiunge il liquido amniotico, che lo protegge (circa 1 litro), l’utero che aumenta di dimensioni (circa +900 g) e la placenta, fondamentale per nutrire il bambino (circa +600 g). Anche il tuo seno si prepara all’allattamento, crescendo di circa 500 g.

I pesi che ti ho indicato sono delle stime che possono variare da gravidanza a gravidanza, in base alle caratteristiche della mamma e del bambino.

L’aumento della massa adiposa è un altro elemento importante: il corpo accumula riserve di energia (+2 kg o più), utili per affrontare la gravidanza, il parto e il periodo post-parto. Infine, il volume del sangue e dei liquidi corporei cresce rispettivamente di circa 1,5 litri e 1 litro, per supportare la circolazione e il benessere tuo e del bambino.

L’aumento normale di peso in gravidanza non significa “ingrassare” nel senso negativo del termine, ma è un segnale che la gravidanza è in salute.

Ogni chilo in più ha un ruolo preciso: il tuo corpo sa cosa fare per prendersi cura di entrambi ❤️

I cambiamenti ormonali della gravidanza influiscono sulla chimica del cervello e sul sistema emotivo, ma anche le trasformazioni fisiche, le aspettative e le paure giocano un ruolo importante.

Nel primo trimestre, i cambiamenti ormonali sono intensi e rapidi: aumentano soprattutto estrogeni e progesterone. Questo è anche il momento la mente si adatta alla gravidanza che inizia, tra entusiasmo e paure. È normale sentirsi ambivalenti, stanche, non desiderare la socialità e vulnerabili.

Nel secondo trimestre, molte donne si sentono più in equilibrio. È il periodo della simbiosi: il corpo si è adattato, le nausee spesso si attenuano e si inizia a percepire il legame con il bambino che cresce in pancia. Anche l’umore tende a stabilizzarsi, ed è più facile provare benessere e serenità.

Nel terzo trimestre, possono tornare nuovi sbalzi d’umore, legati anche al tema della separazione dal bambino che nascerà, alle preoccupazioni per il parto o alla gestione del futuro. Anche i normali risvegli notturni e qualche fastidio fisico possono rendere più difficile mantenere la calma.

In qualunque fase della gravidanza, se gli sbalzi d’umore diventano troppo frequenti, intensi o faticosi, è importante non ignorarli. A volte possono emergere esperienze passate non elaborate, o si può sentire mancanza di supporto da parte del partner o della famiglia.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo prezioso per affrontare la gravidanza con più forza e serenità ❤️

Mamma, in gravidanza puoi notare che i tuoi capezzoli e le areole diventano più scuri e grandi. Questo fenomeno inizia già nel primo trimestre e diventa più evidente con il progredire della gestazione.

Questo cambiamento è naturale ed è causato dagli ormoni, che aumentano la pigmentazione della pelle in alcune zone del corpo. In particolare, lo scurimento dei capezzoli e delle areole, potrebbe aiutare il neonato ad orientarsi dopo la nascita e ad attaccarsi al seno.
Altri cambiamenti del seno normali in gravidanza sono l’aumento di volume di piccoli rilievi sulle aureole (tubercoli di Montgomery), che secernono una sostanza protettiva e lubrificante e maggiore tensione e sensibilità del seno a causa dell’aumento di volume.

Non serve fare nulla per gestire questi cambiamenti: puoi prenderti cura del seno idratando la pelle con oli o creme delicate (senza esagerare), usare reggiseni in cotone morbido ed evitando l’esposizione al sole senza protezione.

Curiosità:
Le principali modificazioni del seno avvengono già in gravidanza, indipendentemente dall’allattamento.
Se noterai cambiamenti estetici, sappi che sono legati alla trasformazione del tuo corpo per accogliere e nutrire il tuo bambino, non all’atto dell’allattamento in sé.

Mamma, il tuo corpo sta lavorando in modo straordinaria ❤️

Durante la gravidanza, potresti notare un aumento delle perdite vaginali. È un fenomeno normale, chiamato leucorrea, dovuto agli ormoni che preparano il tuo corpo al parto. A volte, potresti sentirti “bagnata”, ma se non ci sono altri sintomi, non c’è motivo di preoccuparsi.

Tieni d’occhio eventuali segnali di allarme, come:
– Prurito o fastidi intimi;
– Cattivo odore;
– Dolore al basso ventre o durante la minzione.

In questi casi, parla con il tuo medico o ostetrica: potrebbe essere necessario fare un tampone vaginale o un esame delle urine per escludere infezioni come vaginosi batterica, candidosi o tricomoniasi, che devono essere trattate per proteggere la salute del tuo bambino.

Se invece stai bene e non hai sintomi, non servono esami “preventivi”. Le evidenze scientifiche dimostrano che i tamponi senza sintomi o fattori di rischio non sono utili né raccomandati.

Ascolta il tuo corpo e fidati delle tue sensazioni: la tua gravidanza è unica, e tu sei al centro di tutto ❤️

Durante la gravidanza, potresti notare una crescita più veloce dei peli su gambe, viso, addome e attorno ai capezzoli. In alcune donne, si verifica anche un aumento della peluria sulla pancia, soprattutto sotto l’ombelico. Questi cambiamenti sono del tutto normali e causati dagli ormoni, come estrogeni e progesterone, che influenzano i follicoli piliferi.
Fortunatamente, questa peluria in eccesso è temporanea e tende a ridursi entro pochi mesi dopo il parto, quando gli ormoni tornano ai livelli normali.
Ecco alcuni consigli per una depilazione è sicura in gravidanza, che ti aiuteranno a scegliere il metodo giusto:
Rasoio: semplice, rapido e sicuro.
Creme depilatorie: opta per prodotti delicati e fai un test su una piccola area della pelle prima di usarli.
Ceretta o epilatori: sicuri, ma potrebbero essere più dolorosi a causa della pelle più sensibile.
Depilazione permanente (laser o elettrolisi): generalmente sconsigliata in gravidanza, poiché mancano studi sufficienti sulla sicurezza.
Accogli ogni cambiamento con serenità: il tuo corpo sta facendo qualcosa di straordinario. Ogni trasformazione racconta una nuova e bellissima parte della tua storia. ❤️

Durante la gravidanza, potresti notare cambiamenti nella vista, come visione offuscata, secchezza oculare o fastidio con le lenti a contatto. Questi sintomi sono comuni e legati alle variazioni ormonali di estrogeni e progesterone, che influenzano la fisiologia oculare. La buona notizia? Di solito sono temporanei e si risolvono dopo il parto o l’allattamento.
Ecco alcuni consigli per prenderti cura dei tuoi occhi:
– Usa colliri lubrificanti sicuri per alleviare la secchezza. Chiedi al tuo medico quale scegliere.
– Preferisci gli occhiali se le lenti a contatto ti causano disagio.
– Segui una dieta equilibrata ricca di ferro per prevenire l’anemia, che può influire sulla vista.
– Prenota controlli regolari dal tuo oculista/optometrista di fiducia, soprattutto se noti cali visivi significativi.
Prenditi cura dei tuoi occhi con attenzione e serenità: piccoli accorgimenti possono fare la differenza per il tuo benessere e quello del tuo bambino! ❤️

Durante la gravidanza l’intestino cambia ritmo: può diventare più irregolare, con sensazione di gonfiore o transito più lento. È un effetto normale degli ormoni della gestazione, in particolare del progesterone, che rallenta la motilità intestinale per favorire l’assorbimento dei nutrienti. Anche l’utero che cresce può modificare la posizione delle anse intestinali e rendere il transito più lento.

Se però, mamma, hai iniziato a soffrire di stipsi (feci dure e caprine) è utile intervenire. Spesso basta rivedere l’alimentazione (fibre, idratazione, alimenti fermentati), anche con l’aiuto di un professionista, muoversi ogni giorno e, quando indicato, valutare con il professionista un probiotico mirato.
In alcuni casi è importante considerare anche il ruolo del pavimento pelvico: alcune disfunzioni muscolari possono favorire la difficoltà evacuativa.
Se i cambiamenti intestinali diventano molto fastidiosi o compaiono dolore forte, sangue nelle feci o diarrea prolungata, è importante parlarne con chi ti segue. In tutti gli altri casi, sono solo una delle tante trasformazioni naturali dei primi mesi.

Durante la gravidanza il seno inizia a prepararsi all’allattamento molto prima del parto. In alcuni casi, già dal secondo trimestre, potresti notare piccole perdite di colostro, il primo latte: è una sostanza densa, giallastra o trasparente, che può lasciare aloni sul reggiseno o formare piccole crosticine gialle sul capezzolo.
È un processo completamente fisiologico e non indica né un parto imminente né un problema al seno: semplicemente le ghiandole mammarie stanno diventando attive sotto l’effetto degli ormoni.
Il colostro può aumentare se il capezzolo viene stimolato (sfregamento del reggiseno, doccia calda, massaggi). Non serve spremere o raccogliere queste perdite a meno che non ti sia stato indicato dal professionista che ti segue per motivi specifici.
Per prenderti cura del seno puoi:
– usare reggiseni morbidi e, al bisogno, dischetti assorbi-colostro se la perdita è abbondante
– detergere il seno con acqua o detergenti molto delicati (non serve strofinare)
– evitare prodotti “preparatori”: non esiste evidenza che servano
– continuare l’autopalpazione, come sempre, e parlare con chi ti segue se noti noduli o cambiamenti insoliti
Le piccole croste gialle non sono infezioni: sono semplicemente colostro seccato.
Questi segnali ti raccontano che il tuo corpo si sta già organizzando per accogliere il tuo bambino, un passo alla volta e con tutta la naturalezza della fisiologia.

NUTRIZIONE E STILI DI VITA

nutrizione e stili di vita

La risposta varia da donna a donna e dipende dal tuo stato di salute iniziale. Ecco un riassunto delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Alla prima visita in gravidanza, viene calcolato il tuo Indice di Massa Corporea (IMC), un valore che considera peso e altezza. Questo indice aiuta a determinare se sei sottopeso, normopeso o sovrappeso. In base a questo, le linee guida indicano il peso ideale da acquisire durante i nove mesi: Sottopeso: +12,5-18 kg, Normopeso: +11,5-16 kg e Sovrappeso: +6-11,5 kg.

In generale, una donna normopeso può aspettarsi di aumentare dagli 11 ai 16 kg durante la gravidanza. In caso di gravidanza gemellare, l’aumento ideale per una donna normopeso è di 17-25 kg.

Tieni presente che questi valori sono indicativi e non devono diventare una fonte di ansia. Il tuo medico o ostetrica saprà guidarti verso il peso più adatto per te e il tuo bambino.

Per il tuo benessere: assicurati di seguire una dieta equilibrata che includa tutti i macronutrienti necessari e pratica almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana. Il tuo corpo è il palazzo delle tua gravidanza, prenditene cura. ❤️

La supplementazione di vitamina D in gravidanza non è raccomandata di routine, ma può essere utile in alcuni casi specifici. Infatti, questa vitamina è fondamentale per l’assorbimento del calcio e per la salute di ossa e denti, sia della mamma che del bambino. Alcune donne, però, possono avere un maggiore rischio di carenza e potrebbero beneficiare di un’integrazione.

Tra i gruppi più a rischio troviamo:
– Donne con pelle scura (origini sud asiatiche, africane, caraibiche o mediorientali), poiché la maggiore quantità di melanina riduce la capacità della pelle di produrre vitamina D con l’esposizione solare;
– Donne che si espongono poco al sole, magari per motivi culturali, climatici o lavorativi, come chi trascorre gran parte della giornata in ambienti chiusi;
– Donne con un’alimentazione povera di vitamina D, ad esempio chi consuma pochi alimenti ricchi di questa vitamina, come pesce grasso, uova, latticini o cibi fortificati.

Se appartieni a una di queste categorie, probabilmente il tuo professionista di riferimento ti chiederà di fare un esame del sangue per valutare i tuoi livelli di vitamina D. In caso di carenza, potrebbe essere indicata una supplementazione per garantire il benessere tuo e del tuo bambino.

Mamma, prenditi cura di te: il tuo corpo sta creando la vita e ha bisogno del giusto supporto. ❤️

Durante la gravidanza, il sistema immunitario si adatta per accogliere la nuova vita e diventa fisiologicamente più vulnerabile. Questo rende la futura mamma più esposta al rischio di infezioni alimentari, come toxoplasmosi, listeriosi e salmonellosi, che in condizioni normali potrebbero passare inosservate, ma che in gravidanza possono avere conseguenze importanti.

Per ridurre il rischio, è fondamentale adottare semplici ma importanti accorgimenti:
– Lava accuratamente le mani prima di cucinare, dopo aver toccato carne cruda e prima di mangiare;
– Evita alimenti considerati a rischio, come ad esempio i formaggi a pasta molle o con muffe. È bene escludere anche i formaggi prodotti con latte crudo non pastorizzato, i pâté, il fegato e i suoi derivati. Attenzione anche ai cibi pronti crudi o semicrudi, come sushi, carpacci, tartare o uova non pastorizzate, così come ai salumi, alla carne poco cotta o solo conservata. Sono da evitare i frutti di mare crudi e i pesci ad alto contenuto di mercurio. Anche il latte crudo non pastorizzato è da escludere;
– Lava sempre frutta e verdura sotto acqua corrente, anche se userai la centrifuga o li sbuccerai;
– Cuoci bene gli alimenti (almeno a 74°C al cuore del prodotto) e conservali in modo corretto, rispettando la catena del freddo.

Queste semplici attenzioni fanno davvero la differenza per la salute tua e del tuo bambino.

Durante la gravidanza, mangiare in modo sano non equivale a “mangiare per due”, ma a seguire un’alimentazione varia, ben bilanciata e ricca di alimenti nutrienti. Alcuni cibi dovrebbero essere consumati quotidianamente: frutta e verdura fresche, farinacei, legumi, pesce e carne, latte, yogurt e formaggi, olio extravergine di oliva e altri grassi sani e alimenti ricchi in fibre, come i cereali integrali.

Mangia quando hai fame, ascolta il tuo corpo, ma senza eccedere. Se fai fatica a scegliere la qualità o la quantità degli alimenti, puoi rivolgerti a un* nutrizionista per ricevere un piano alimentare dedicato e personalizzato.

I nutrienti particolarmente importanti in gravidanza sono: acido folico, che aiuta a prevenire malformazioni del tubo neurale; il ferro, che supporta la formazione dei globuli rossi; il calcio e la vitamina D, fondamentali per lo sviluppo delle ossa; gli omega 3, utili per cervello e vista; e le proteine, necessarie per la crescita dei tessuti. Gli alimenti sopra elencati, se bilanciati e alternati con varietà, permettono di coprire il fabbisogno quotidiano, ad eccezione dell’acido folico, che va sempre integrato.

Ricorda: una buona alimentazione in gravidanza è uno dei primi atti di cura verso te stessa e verso la nuova vita che cresce in te. ❤️

L’acido folico (vitamina B9) è fondamentale nelle primissime fasi dello sviluppo fetale perché aiuta a prevenire gravi malformazioni del sistema nervoso del bambino (difetti del tubo neurale, come spina bifida e anencefalia). Per questo motivo le linee guida italiane e internazionali raccomandano che tutte le donne che programmano o non escludono attivamente una gravidanza di iniziare ad assumere un’integrazione quotidiana di 400 microgrammi (0,4 mg) di acido folico almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza, indipendentemente dall’alimentazione.

Questo vuol dire di iniziare a prendere acido folico fin da subito, se non si utilizzano delle precauzioni.

Nelle donne con fattori di rischio particolari (come precedente gravidanza con difetti del tubo neurale, diabete, uso di farmaci anticonvulsivanti) la dose può essere più alta (4-5 mg al giorno), sempre su prescrizione medica.

L’acido folico è anche presente naturalmente in molti alimenti (verdure a foglia verde, legumi, agrumi) ma con la sola dieta è difficile raggiungere i livelli protettivi raccomandati: per questo l’integrazione è sempre necessaria.

Una piccola pillola al giorno, farà davvero bene alla salute del tuo bambino! ❤️

Durante la gravidanza, è importante essere consapevoli che non esistono quantità sicure di alcol, fumo o cannabis. Anche dosi minime possono influenzare negativamente lo sviluppo del bambino, soprattutto a livello neurologico e comportamentale.

L’alcol attraversa la placenta e può causare danni permanenti, come quelli legati alla Sindrome Feto-Alcolica, anche con consumi occasionali. Per questo, la raccomandazione più sicura è non bere affatto durante la gravidanza, neanche per un brindisi!ì

Anche il fumo di sigaretta, attivo o passivo, riduce l’apporto di ossigeno al feto e aumenta il rischio di complicazioni come basso peso alla nascita, parto prematuro e distacco di placenta. Smettere di fumare potrebbe essere difficile per la mamma ma è sempre possibile e ogni tentativo è prezioso per la salute tua e del tuo bambino. Cerca supporto se non riesci a farlo da sola.

Per quanto riguarda la cannabis, gli studi mostrano che può interferire con lo sviluppo cerebrale del feto, portando a effetti negativi sulla memoria, l’attenzione e il comportamento del bambino, anche anni dopo la nascita.

Se stai affrontando una dipendenza o ti accorgi che ti è difficile smettere, non colpevolizzarti: chiedi supporto a un professionista. Prendersi cura di sé è il primo passo per prendersi cura del proprio bambino. ❤️

Puoi bere caffè in gravidanza? Sì, ma con moderazione!

La caffeina è una sostanza stimolante che attraversa la placenta e raggiunge il feto, il quale però non ha ancora gli enzimi per metabolizzarla in modo efficace. Un’assunzione eccessiva è stata associata a un aumentato rischio di basso peso alla nascita, aborto spontaneo e parto prematuro.

Le linee guida raccomandano di non superare i 200-300 mg di caffeina al giorno, pari a circa 1-2 tazzine di caffè espresso. Ma la caffeina non è presente solo nel caffè: si trova anche in tè, cioccolato, bevande energetiche e cola, quindi è importante considerare il totale quotidiano.

Se sei un’amante del caffè, puoi continuare a berlo, ma meglio non esagerare, magari scegliendo un decaffeinato ogni tanto. Se invece non ti va più, niente paura: è una cosa comune in gravidanza, dovuta ai cambiamenti ormonali e di gusto.

Un piccolo piacere, se dosato bene, può restare nella tua routine senza creare nessun problema! ❤️

Mangiare una caramella di liquirizia durante tutta la gravidanza non crea nessun problema, ma l’assunzione continuativa deve essere evitata, soprattutto se assunta in quantità elevate o per periodi prolungati. Non esiste un limite di consumo considerato sicuro, quindi è meglio astenersi.

Il motivo principale è la presenza di una sostanza chiamata glicirrizina, che può avere effetti negativi come l’aumento della pressione sanguigna, la ritenzione idrica, la stimolazione delle contrazioni uterine e possibili interferenze con lo sviluppo neurocomportamentale del bambino.

Chi consiglia l’uso della liquirizia per contrastare la pressione bassa in gravidanza spesso non considera questi effetti controversi: per questo è sempre bene parlarne con il proprio professionista di riferimento.

La liquirizia è contenuta non solo nei bastoncini o nelle caramelle, ma anche in tè, infusi, dolci industriali, integratori e prodotti fitoterapici. È quindi importante leggere bene le etichette. Inoltre, spesso i prodotti che contengono liquirizia sono ricchi di zucchero, e anche per questo andrebbero evitati.

Un piccolo sacrificio per un grande risultato! ❤️

In gravidanza puoi mangiare tutta la frutta e verdura che vuoi, anche cruda e con la buccia! Ti basterà lavarla sotto l’acqua corrente e non è necessario utilizzare disinfettanti specifici.

Invece è da evitare il consumo di carne, pesce, frutti di mare, formaggi ed uova crude perché possono aumentare il rischio di infezioni come toxoplasmosi, listeriosi e salmonellosi.

I cibi crudi, infatti, possono essere veicolo di batteri o parassiti che normalmente non causerebbero problemi in una persona sana, ma che in gravidanza possono rappresentare un rischio maggiore a causa dell’abbassamento fisiologico delle difese immunitarie.

Un consiglio prezioso è quello di cuocere bene (almeno a 74°C al cuore del prodotto) gli alimenti più a rischio, che sono quelli da evitare quando crudi e rispettare le norme igieniche di lavaggio frequente e accurato delle mani, delle superfici e delle stoviglie utilizzate che entrano in contatto con i prodotti crudi.

Inoltre è sempre importante leggere con attenzione le etichette degli alimenti acquistati e chiedere nei ristoranti la corretta cottura dei cibi, per garantire la tua sicurezza e quella del tuo bambino.

Anche se può sembrare una rinuncia temporanea, fare attenzione a cosa si mangia in gravidanza è un atto di amore e protezione. ❤️

Mamma, il tuo corpo sa affrontare la gravidanza e, nella maggior parte dei casi, non ha bisogno di un’integrazione di ferro di routine. Prenderlo “per sicurezza”, senza che gli esami del sangue ne dimostrino la necessità, può portare a fastidiosi effetti collaterali come nausea, stitichezza e disturbi intestinali, oltre a rappresentare una spesa evitabile.

L’integrazione di ferro è indicata solo se c’è una vera anemia, diagnosticata in base ai valori di emoglobina:
– Primo trimestre: < 11 g/100 mL;
– Secondo trimestre: < 10,5 g/100 mL.

È normale che l’emoglobina si abbassi leggermente nel secondo trimestre a causa dell’aumento del volume di sangue. Nel terzo trimestre, tende a risalire spontaneamente.

Un’alimentazione equilibrata può aiutare a prevenire la carenza di ferro: inserisci regolarmente nella tua dieta legumi, carne, uova, verdure a foglia verde e cereali integrali, associandoli a fonti di vitamina C (come agrumi, kiwi, peperoni) per favorirne l’assorbimento.

Ricorda: ogni integrazione va valutata in base ai tuoi reali bisogni e insieme a un* professionista.

Ascolta il tuo corpo e fai scelte consapevoli: è il primo passo per prenderti cura di te e del tuo bambino. ❤️

Durante la gravidanza, alcune vaccinazioni sono consigliate per proteggere mamma e bambino. Tra queste, il vaccino contro difterite, tetano e pertosse (dTpa), da effettuare in ogni gravidanza, idealmente tra la 27a e la 36a settimana. Questo vaccino trasferisce al neonato anticorpi protettivi, fondamentali nei primi mesi di vita.
Anche il vaccino antinfluenzale è raccomandato, in qualsiasi trimestre, per ridurre i rischi legati all’influenza stagionale.
Alcuni vaccini, come quelli contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, non sono indicati in gravidanza perché contengono virus vivi attenuati. Se una donna non risulta immune, è importante che venga vaccinata dopo il parto, prima della dimissione dall’ospedale o con un appuntamento presso il servizio vaccinale.
La vaccinazione anti-HPV, invece, non è consigliata in gravidanza, poiché mancano studi specifici. Se somministrata accidentalmente, non è necessario interrompere la gravidanza, ma le dosi successive dovrebbero essere posticipate fino al termine della gestazione.
La tua salute è importante: consulta il tuo medico per scegliere le protezioni migliori per te e il tuo piccolo. Ogni gesto di cura è un passo verso una gravidanza serena e sicura. ❤️

Anche in gravidanza, le uova sono un alimento ottimo: ricco di proteine e nutrienti preziosi.
Fai attenzione però a come le maneggi e le prepari, soprattutto se le raccogli direttamente tu dal pollaio.
Le linee guida per la gravidanza raccomandano di consumare solo uova ben cotte, per ridurre il rischio di infezioni alimentari come la salmonellosi. Questo vale ancora di più per le uova “freschissime” o da galline allevate in casa, che potrebbero non essere sottoposte ai controlli sanitari previsti negli allevamenti certificati.
Non è il tipo di gallina a fare la differenza, ma le condizioni igieniche in cui vive, come vengono raccolte e conservate le uova, e se sono controllate contro la salmonella. Preparazioni come in zabaioni, maionese o tiramisù possono essere consumate solo se preparate con uova pastorizzate o trattate termicamente in modo sicuro.
Insomma, in gravidanza meglio una frittata ben cotta che un dubbio: il gusto resta, i rischi no! 🍳

Il fabbisogno calorico è la quantità di energia della quale il tuo corpo ha bisogno ogni giorno per funzionare bene. Ogni volta che respiri, digerisci, cammini, pensi o anche solo ti riposi… stai usando energia. Questa energia viene dagli alimenti che mangi e si misura in chilocalorie (kcal).
Quando inizia una gravidanza, il corpo deve lavorare più del solito. Per questo, naturalmente, il fabbisogno calorico aumenta in modo graduale.
– Primo trimestre: nessun aumento necessario per la maggior parte delle donne. L’embrione è ancora molto piccolo e le riserve materne sono sufficienti.
– Secondo trimestre: + circa 250-350 kcal al giorno, che possono essere integrate con un pasto in più come con uno yogurt con frutta e qualche mandorla.
– Terzo trimestre: + circa 350-450 kcal al giorno, che possono essere raggiunte aumentando la quantità di alimenti che mangi in uno dei pasti della giornata o facendo uno spuntino in più rispetto a quelli che già stai facendo.
Questi numeri sono indicativi: il fabbisogno varia in base al metabolismo, al peso pregravidico, all’attività fisica e a eventuali gravidanze gemellari o altre caratteristiche della tua gravidanza.
Se hai dubbi, un nutrizionista esperto in gravidanza può esserti di grande aiuto.
Mamma, non serve contare le calorie, ma ascoltare il tuo corpo e scegliere cibi nutrienti, bilanciati e vari. Mangiare bene aiuta te e il tuo bambino a stare meglio, giorno dopo giorno. 🍽️💛

Se la tua gravidanza è fisiologica e ti senti bene, puoi allenarti con carichi moderati e in sicurezza fino al termine della gravidanza. Non c’è un “mese limite”: l’importante è ascoltare il tuo corpo e adattare gli esercizi alle sue trasformazioni.

Gli attrezzi da palestra possono essere usati anche in gravidanza, purché:
– eviti allenamenti di forza massimale, assicurandoti che i carichi siano leggeri o moderati,
– presti attenzione alla postura,
– eviti esercizi che richiedono di mantenere la posizione supina (sdraiate sulla schiena) per lungo tempo, sopratutto dopo il primo trimestre,
– eviti pressioni eccessive sul core o movimenti bruschi.

È utile concentrarsi su esercizi funzionali, mobilità, respirazione e stabilità pelvica. E se senti fastidio, giramenti di testa, contrazioni o respiro corto: fermati e riposati.

Parla sempre con chi ti segue in gravidanza e con un personal trainer formato sul tema.
I benefici dell’allenamento sono numerosi anche quando hai il pancione…non perdere questa opportunità! 💪🏼🤍

Sì, in gravidanza è possibile fare la tinta ai capelli. Le evidenze scientifiche disponibili mostrano che l’esposizione ai coloranti per capelli utilizzati nei saloni o nei prodotti domestici non è associata a rischi per il feto, perché la quantità di sostanze che può essere assorbita dal cuoio capelluto è minima.
Per maggiore prudenza, molte linee guida consigliano semplici accortezze:
– Preferire tinte senza ammoniaca o con formulazioni più delicate, se ti fanno sentire più tranquilla.

– Usare tecniche dove il prodotto non tocca la cute, come colpi di sole, balayage, shatush o riflessanti applicati sulle lunghezze.

– Evitare l’uso in ambienti poco ventilati: la sensibilità agli odori può aumentare in gravidanza.

– Se fai la tinta a casa, usa i guanti e rispetta i tempi di posa.

Non esistono prove che suggeriscano di aspettare il secondo trimestre, ma molte mamme scelgono di farlo per maggiore comfort.
Se hai dermatiti, allergie ai coloranti o reazioni cutanee, parlane con chi ti segue prima di applicare qualsiasi prodotto.
Nella maggior parte dei casi, però, colorare i capelli in gravidanza è considerato sicuro e può essere un modo piacevole per continuare a prendersi cura di sé.

sintomi, disturbi e patologie

sintomi, disturbi e patologie

La stitichezza in gravidanza è un problema comune. Significa avere difficoltà nell’evacuazione, feci dure o a palline, la sensazione di dover andare in bagno senza riuscirci, e, talvolta, sforzarsi molto e aiutarsi facendo pressione con le dita per facilitare l’evacuazione. Questo disturbo è legato all’aumento del progesterone, che rallenta il transito intestinale, e ai cambiamenti dei muscoli del pavimento pelvico.

Ecco i miei consigli per affrontarla:
– Bevi molta acqua, preferibilmente tiepida, soprattutto al mattino. Una dieta sana ed equilibrata è molto importante!
– Mangia fibre, ma senza esagerare, per non sovraccaricare l’intestino;
– Usa un rialzo per i piedi quando sei in bagno per aiutare il rilassamento muscolare e facilitare l’evacuazione;
– Non trattenere lo stimolo: vai in bagno appena ne senti il bisogno;
– Cammina e pratica sport almeno 150 minuti a settimana;
– Consulta una terapista esperta in riabilitazione del pavimento pelvico per valutare il tuo tono muscolare: la stitichezza può essere causata o peggiorata da una problematica di questi muscoli.

Prenditi cura di te ❤️

Nel primo trimestre, è normale avvertire sensazioni di tirare, peso o crampi a livello addominale. Non sempre questi sintomi sono segno di un problema. Il tuo corpo sta vivendo cambiamenti profondi guidati dagli ormoni della gravidanza.

In particolare, a livello addominale, uno dei principali cambiamenti è la riorganizzazione del tuo tessuto connettivo: tessuto che ha il compito di sostenere, unire e proteggere quello che si trova dentro la tua pancia. Durante la gravidanza, questo tessuto diventa più elastico e flessibile per accogliere il crescente utero e garantire spazio al tuo bambino. La riorganizzazione degli organi e dei tessuti e l’azione degli ormoni può causare sensazioni di fastidio o crampo. Affronta queste sensazioni come una richiesta del tuo corpo di rallentare.

Se il dolore diventa intenso, persistente o associato a sanguinamento, è sempre importante consultare il medico o l’ostetrica.

Ogni gravidanza è unica: ascolta il tuo corpo e non esitare a chiedere supporto quando ne senti il bisogno ❤️

Durante la gravidanza gli organi addominali si riorganizzano, generando pressioni sulla parete addominale e possono darti quella sensazione di “pancia che tira”.

Il muscolo retto dell’addome, che devi immaginare come due fasce parallele lungo il centro della pancia, ai lati della linea nigra (quella riga che potresti già vedere sulla tua pancia), viene progressivamente stirato.

Con la crescita dell’utero, le due fasce si allontanano in un processo chiamato diastasi addominale, un adattamento fisiologico che permette al corpo di accogliere il bambino. Questa diastasi è normale e di solito si risolve spontaneamente entro otto settimane dal parto. Se però persiste, è necessaria una valutazione da parte di una terapista esperta in diastasi e pavimento pelvico per intraprendere un percorso riabilitativo o, in casi più rari, una valutazione medica per un intervento chirurgico.

Ascolta sempre il tuo corpo e concediti del riposo quando queste sensazioni diventano più intense ❤️

La nausea e il vomito sono sintomi comuni, soprattutto nel primo trimestre. Sono la tua personale risposta all’aumento di alcuni ormoni tipici durante la gestazione: non tutte le donne li sperimentano e questo non influisce sulla salute della gravidanza. Se ne soffri, puoi considerarli un segno che il tuo corpo sta lavorando intensamente per accogliere il tuo bambino.

La buona notizia? Nella maggior parte dei casi, questi sintomi si attenuano o scompaiono entro le 16-20 settimane.

Ecco alcuni consigli per sentirti meglio:
– Zenzero: È un rimedio naturale efficace, disponibile sotto forma di tisana, capsule o sciroppo;
– Braccialetti antinausea: In farmacia richiedi i braccialetti che stimolano un punto sul polso in grado di alleviare la nausea;
– Mangia poco e spesso: Preferisci cibi leggeri e secchi, come cracker o mandorle, per gestire i sintomi. Anche una dieta sana e ben bilanciata può aiutarti molto;
– Vitamina B6: Può essere un valido supporto; parlane con il tuo professionista di riferimento.

Se i sintomi diventano intensi, non esitare a consultare il tuo professionista di riferimento per valutare opzioni farmacologiche sicure per te e il tuo bambino.

Anche quando stai cercando di superare un momento difficile, pensa che il tuo corpo sta facendo qualcosa di straordinario: crea una nuova vita.

Amati e sii paziente ❤️

Durante la gravidanza, i cambiamenti ormonali e alcuni meccanismi fisiologici abbassano naturalmente le tue difese immunitarie. Questo ti rende più vulnerabile a virus, batteri e infezioni come raffreddori, influenze o candida genitale.

Con alcune attenzioni, puoi ridurre il rischio e prenderti cura di te stessa:
– Lava accuratamente le mani, una pratica semplice ma efficace;
– Il vaccino antinfluenzale è sicuro e raccomandato in qualsiasi trimestre per proteggerti dalle complicazioni stagionali;
– Limita l’uso degli antibiotici solo quando strettamente necessario, sempre sotto consiglio medico;
– Riduci lo stress, adattando i tuoi ritmi quotidiani alle esigenze della gravidanza;
– Segui un’alimentazione equilibrata e mantieniti attiva con un’attività fisica adatta;
– Se ti ammali, evita di automedicarti: alcuni farmaci non sono sicuri in gravidanza. Consulta sempre il tuo medico o ostetrica per un consiglio personalizzato.

Ricorda: il tuo corpo è saggio e ti avvisa quando ha bisogno di riposo.
Ascoltalo, prenditi cura di te e fai piccoli gesti quotidiani per la tua salute e quella del tuo bambino.

Ogni attenzione fa la differenza! ❤️

In gravidanza, le gengive possono diventare più delicate e sanguinare facilmente, soprattutto quando ti lavi i denti. Questi fenomeni sono causati dal nuovo assetto ormonale, in particolare di ormoni come il progesterone, che rendono i vasi sanguigni più sensibili. Non preoccuparti, è normale e temporaneo!

Anche le carie possono essere più frequenti. Le gengive, se infiammate, facilitano l’ingresso dei batteri e, con le difese immunitarie più basse, il rischio di carie può aumentare.

Ecco alcuni consigli preziosi per prenderti cura del tuo sorriso in gravidanza:
– Lava i denti con cura e usa il filo interdentale ogni giorno. (La maggior parte dei dentisti raccomandano l’utilizzo dello spazzolino elettrico per una pulizia ancora più efficace);
– Fai 2-3 sedute di igiene dentale durante la gravidanza;
– Scegli un’alimentazione equilibrata e riduci gli zuccheri nella tua dieta, consiglio utile anche per prevenire patologie come il diabete gestazionale;
– Risciacqua la bocca con acqua e bicarbonato se hai episodi di vomito.

La salute della tua bocca è importante anche per il tuo bambino.
Con qualche piccola attenzione, puoi proteggere il tuo sorriso e vivere la gravidanza con serenità! ❤️

Il bruciore di stomaco è una sensazione di disagio o bruciore dietro lo sterno, molto comune in gravidanza. Circa il 22% delle donne ne soffre nel primo trimestre, il 39% nel secondo e il 72% nel terzo.

Questo fastidio è spesso legato agli ormoni della gravidanza, che rallentano il movimento dello stomaco. La buona notizia? Puoi adottare strategie semplici per trovare sollievo.

Consigli utili per stare meglio:
– Mangia poco e spesso, evitando pasti abbondanti;
– Mastica molto bene e rimani dritta durante il pasto;
– Aspetta almeno 2 ore prima di sdraiarti dopo aver mangiato;
– Dormi con il busto leggermente sollevato usando un cuscino aggiuntivo;
– Scegli tisane come camomilla o finocchio per un effetto rilassante.

Se il fastidio persiste, parla con il tuo medico per valutare eventuali farmaci sicuri in gravidanza.

Se soffri di nausea e vomito, leggi gli altri consigli che ho scritto per te.

Quando senti il peso dello stomaco, trova una posizione comoda, chiudi gli occhi e respira lentamente.

Ricorda: il tuo corpo sta lavorando tanto per creare una nuova vita, prenditi cura di lui con amore ❤️

Le perdite di sangue in gravidanza possono spaventare, ma spesso non sono pericolose.

Le principali cause delle perdite ematiche sono:
– Primo trimestre: Perdite rosa o marroni possono derivare dall’impianto dell’embrione o piccoli distacchi placentari, ma possono anche essere un segnale di minaccia d’aborto;
– Secondo e terzo trimestre: Possono essere associate a placenta previa, distacco di placenta o cambiamenti del collo dell’utero;
– Durante tutta la gravidanza: le perdite possono verificarsi anche dopo rapporti sessuali o visite vaginali, a causa della maggiore vascolarizzazione del collo dell’utero;
– A termine di gravidanza: La perdita del tappo mucoso, spesso associata a striature di sangue, è il segnale che il travaglio si avvicina (ma non per questo è imminente).

Colore delle perdite:
– Sangue rosa: sanguinamento superficiale o associato al tappo mucoso;
– Sangue Marrone: è sangue “vecchio”, quindi meno preoccupante;
– Sangue rosso: è necessaria una valutazione medica, soprattutto se abbondante.

Consulta un medico o recati al pronto soccorso più vicino a te soprattutto se le perdite sono abbondanti, rosso vivo, associate a dolori o liquido amniotico.

Stai facendo un ottimo lavoro: ascolta il tuo corpo e condividi ogni dubbio con il tuo professionista! ❤️

Le vene varicose sono delle vene gonfie, di colore blu o viola scuro, che compaiono visibili sulle gambe o più raramente sui genitali. È un fenomeno comune in gravidanza che avviene a causa dell’aumento del peso corporeo, degli ormoni che rilassano le pareti venose e dell’aumento del flusso sanguigno.

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, le vene varicose non causano problemi di salute e tendono a migliorare dopo il parto, quando il corpo torna alla normalità.

Ecco alcuni consigli utili per alleviare i sintomi:
– Calze elastiche a compressione graduata: non prevengono le vene varicose, ma possono ridurre il gonfiore e il senso di pesantezza;
Esercizio fisico regolare: camminare o fare movimento favorisce la circolazione;
– Tieni le gambe sollevate: questa posizione aiuta il ritorno venoso e riduce il gonfiore;
– Creme specifiche: confrontati con il tuo medico per scegliere un prodotto naturale e sicuro.

Se noti dolore, rossore o un gonfiore significativo, consulta il tuo professionista di riferimento per un controllo.

Prenditi cura di te e delle tue gambe con amore: sono il tuo sostegno in questa meravigliosa avventura ❤️

Le emorroidi sono cuscinetti di tessuto vascolarizzato presenti fisiologicamente in tutte le persone e svolgono un ruolo fondamentale nella continenza fecale e nell’evacuazione. Quando fanno male è perché sono infiammate e quando fuoriescono dall’ano è perché sono prolassate. Le emorroidi, a volte, sono associate a stitichezza. In gravidanza, questi fenomeni possono possono essere più frequenti a causa dei cambiamenti ormonali, dell’aumento del peso e della pressione sul pavimento pelvico.

Ecco alcuni consigli per alleviare i sintomi:
– Rivolgiti ad un terapista esperto di riabilitazione del pavimento pelvico per una valutazione. Se necessario, in terapia, è possibile che ti venga insegnato come rilassare l’ano durante la defecazione;
– Bevi acqua tiepida, soprattutto al mattino, mangia fibre con moderazione e mantieni la tua alimentazione pulita ed equilibrata;
Pratica sport regolarmente: se possibile almeno 150 minuti a settimana;
– Al bisogno, applica impacchi: usa il freddo per il dolore e il caldo per aiutare la vasodilatazione e reinserire eventuali prolassi;
– Usa un rialzo per i piedi (circa 20 cm) quando vai in bagno per facilitare l’evacuazione;
– Non trattenere lo stimolo e vai in bagno appena senti il bisogno;
– Utilizza creme specifiche: Chiedi consiglio al tuo professionista di fiducia per scegliere la più sicura in gravidanza.

Prenditi cura di te: il tuo benessere è importante per te e il tuo bambino! ❤️

Il mal di schiena è un disturbo comune durante la gravidanza, ma non deve essere accettato come inevitabile o normale.
La frequenza di questo sintomo è causata da:
– aumento del peso corporeo e dalla ricerca del nuovo baricentro. In gravidanza, la postura si modifica perchè l’utero pende in avanti e aumenta la pressione sulla colonna vertebrale.
– abbondanza dell’ormone Relaxina che ammorbidisce muscoli, legamenti e articolazioni del bacino per preparare il corpo al parto. Questo ormone, però, a volte causa anche instabilità muscolo scheletrica e quindi possibile dolore.
– tensioni emotive: anche ansia e stress possono generare contratture muscolari che peggiorano il dolore.

Per alleviare il mal di schiena ti consiglio di:
– inizia a fare sport fin dal concepimento, almeno 150 minuti a settimana
– Indossa calzature comode e che sostengono la schiena, evitando i tacchi alti
– Allenati a stare seduta o in piedi con la schiena dritta e le spalle rilassate (l’obiettivo è di ridurre al massimo la lordosi)
– Quando sollevi un peso, piega le ginocchia mantenendo la schiena dritta.
– Concediti sessioni di osteopatia, fisioterapia, massaggi, riflessologia plantare o shiatsu per rilassare il corpo.

Il tuo corpo ha una straordinaria capacità di adattarsi, ma prendersene cura è essenziale per vivere la gravidanza con serenità. ❤️

Nel terzo trimestre di gravidanza, potresti avvertire dolori alle ossa pubiche o un senso di “tirare” a livello del bacino. Questo accade perché, sotto l’effetto della relaxina, le articolazioni cartilaginee del bacino si ammorbidiscono e si allargano per prepararsi al parto, aumentando lo spazio che il bambino attraverserà durante un parto vaginale.

Questi cambiamenti, se accompagnati da fastidio momentaneo, sono normali e indicano che il tuo corpo si sta adattando. Tuttavia, se il dolore persiste, potrebbe trattarsi di una pubalgia, un’infiammazione muscolo-tendinea causata dall’aumento di peso e della pressione sulla zona pubica. In questo caso, è importante agire per trovare sollievo.

Ecco cosa puoi fare:
– Rivolgiti a un osteopata o fisioterapista esperto in gravidanza per trattamenti specifici.
– Sperimenta quotidianamente, per almeno 3 minuti al giorno, la posizione a carponi con movimenti dolci di inarcamento e incurvamento della schiena (movimento “gatto-mucca”) per alleviare tensioni.
– Distenditi e rilassati, soprattutto quando senti fastidio o dolore. La posizione distesa è preziosa perché alleggerisce il bacino dal peso della pancia.

Mamma, ascoltare il tuo corpo e prenderti cura di lui è il primo passo per vivere al meglio questa fase speciale. ❤️

Soprattutto durante il terzo trimestre, puoi avvertire un fastidioso formicolio o dolore alle mani, spesso più intenso di notte. Questi sintomi possono essere legati alla sindrome del tunnel carpale: condizione causata dall’aumento dei liquidi corporei. Il gonfiore può comprimere il nervo mediano, che attraversa un piccolo spazio alla base della mano chiamato tunnel carpale, provocando formicolio, intorpidimento, dolore e una sensazione di gonfiore, anche se non visibile. I fastidi sono temporanei e tendono a scomparire dopo il parto.
Ecco alcune strategie utili per trovare sollievo:
– Muovi il polso durante la giornata per migliorare la circolazione.
– Applica ghiaccio sui polsi una o due volte al giorno per ridurre l’infiammazione.
– Se lavori al computer, fai pause frequenti e integra piccoli esercizi per le mani.
– Cerca di dormire mantenendo i polsi distesi.
– Se il problema è intenso, considera, con il supporto del tuo professionista, l’uso di un tutore.

In aggiunta, trattamenti come massaggi, shiatsu, osteopatia o fisioterapia possono alleviare le tensioni e migliorare i sintomi.Se i disturbi persistono o diventano molto fastidiosi, confrontati con il tuo medico o ostetrica per individuare le soluzioni più adatte. Prenderti cura delle tue mani è importante: sono quelle che accoglieranno e coccoleranno il tuo bambino! ❤️

Durante la gravidanza, il sistema immunitario si adatta per accogliere il bambino e questo rende più vulnerabili ad alcune infezioni, come l’influenza stagionale. Se prendi l’influenza in gravidanza, potresti avere sintomi più intensi rispetto al solito: febbre, dolori muscolari, mal di gola, stanchezza, brividi, tosse.
Nella maggior parte dei casi, con riposo e una buona idratazione, l’influenza si risolve senza complicazioni. Tuttavia, in alcuni casi può aumentare il rischio di problemi respiratori, parto prematuro o febbre alta, che può essere rischiosa soprattutto nel primo trimestre.
Cosa puoi fare:
– Parla con il tuo medico o ostetrica appena compaiono i sintomi.
– Non assumere farmaci senza indicazione medica.
– Riposa, bevi molti liquidi e monitora la febbre.
– La prevenzione è fondamentale: il vaccino antinfluenzale è raccomandato in gravidanza in qualsiasi trimestre. È sicuro e protegge anche il neonato nelle prime settimane di vita.
Mamma, prendersi cura di sé quando si ha l’influenza non è egoismo: è un modo per proteggere anche il tuo bambino. Se hai dubbi, chiedi sempre a chi ti segue: nessuna domanda è banale. 💛
Sì, spesso è del tutto normale. Durante la gravidanza il corpo trattiene più liquidi, l’utero cresce e può comprimere le vene, rallentando il ritorno del sangue dalle gambe verso il cuore. Questo può causare gonfiore, soprattutto a fine giornata e sopratutto nelle ultime settimane di gravidanza.
Di solito il gonfiore è simmetrico, aumenta se stai molto in piedi, con il caldo o la stanchezza, e migliora con riposo e gambe sollevate.
Attenzione invece se il gonfiore compare all’improvviso, è molto marcato, coinvolge mani e viso o solo una gamba: in questi casi è bene parlarne subito con chi ti segue in gravidanza, perché potrebbe essere un segnale di qualcosa che va controllato, come la preeclampsia o una trombosi.
Per sentirti meglio:
– solleva spesso le gambe,
– bevi tanta acqua,
– cammina un po’ ogni giorno e fai sport,
– evita abiti stretti e vestiti comoda.
Mamma, il tuo corpo lavora tantissimo per accogliere il tuo bambino: prenditi cura anche di te. 💛
Durante la gravidanza il sonno può cambiare molto: risvegli notturni, difficoltà a riaddormentarsi e sonno “a episodi” sono frequenti, soprattutto nel primo e nel terzo trimestre. Gli ormoni, il bisogno di urinare più spesso, piccoli fastidi muscolo-scheletrici e l’attività mentale aumentata possono rendere il sonno più leggero.
Se ti svegli e non riesci più a prendere sonno, ecco alcuni consigli utili:
– Rendi la stanza fresca e buia: favorisce l’addormentamento.
– Limita gli schermi (soprattutto la luce blu) nelle ore serali.
– Prepara un rituale rilassante prima di dormire: doccia calda, lettura leggera, tisana senza teina.
– Evita pasti abbondanti la sera, caffeina nel pomeriggio e bevande molto vicine al momento di coricarti.
– Trova una posizione comoda, spesso sul fianco sinistro con un cuscino tra le ginocchia o sotto la pancia.
– Se sei sveglia da più di 20–30 minuti, alzati e fai qualcosa di rilassante (respirazioni, stretching dolce, un libro): forzare il sonno spesso peggiora l’insonnia.
– Prova respirazioni lente o meditazioni guidate: dimostrano di migliorare la qualità del sonno in gravidanza.
– Fai attività fisica: il movimento aiuta a dormire.
Nella maggior parte dei casi, questi risvegli sono una fase temporanea che migliora nei mesi successivi. Se invece l’insonnia è associata a forte ansia, tristezza persistente o pensieri che ti preoccupano, parlane con chi ti segue: anche il sonno è un segnale importante del tuo benessere emotivo. Mamma, sono con te!

La pre-eclampsia è una complicanza della gravidanza che compare dopo la 20ª settimana.
Non conosciamo ancora con certezza le cause, ma sappiamo che è legata a un’anomala formazione della placenta. Può presentarsi in forma lieve (gestibile con monitoraggio) o diventare più severa, richiedendo attenzione medica urgente.
Riconoscere i segnali è fondamentale, perché una diagnosi precoce permette di intervenire e proteggere la salute di mamma e bambino.
Sintomi da conoscere:
– Pressione alta (≥140/90 mmHg in due misurazioni a distanza di 4 ore)
– Proteinuria (presenza di proteine nelle urine)
– Gonfiore improvviso a mani, piedi o viso
– Mal di testa forte e persistente
– Disturbi visivi: visione offuscata, lampi, punti luminosi, visione doppia
– Dolore alla parte alta dell’addome, sotto le costole a destra
– Nausea o vomito non legati a cause alimentari
– Fiato corto o difficoltà respiratorie
– Urine scarse o ridotta diuresi
Se noti uno o più di questi segnali, contatta subito chi ti segue in gravidanza o vai al pronto soccorso.
🧡 Mamma, ascoltare il tuo corpo e affidarti ai controlli è il primo passo per prenderti cura di te e del tuo bambino.

In gravidanza, le smagliature possono comparire a causa dell’aumento di volume di alcune parti del corpo, come addome e seno, dei cambiamenti ormonali e della predisposizione genetica. Non sono un problema di salute, ma possono rendere più difficile accettare i cambiamenti del proprio corpo (sentirsi bene con se stesse è molto importante!).
Non esiste un metodo certo per prevenirle, ma puoi adottare alcune abitudini per mantenere la pelle elastica e ridurre il rischio:
– Bevi tanta acqua e segui un’alimentazione sana, ricca di vitamine C ed E e acidi grassi essenziali per nutrire la pelle dall’interno.
– Massaggia ogni giorno pancia, seno e fianchi, per mantenerli idratati, con oli vegetali (mandorle dolci, oliva) o creme elasticizzanti
Controlla il peso in modo sano: un aumento graduale aiuta la pelle ad adattarsi senza stress.
– Fai movimento: l’attività fisica migliora la circolazione e favorisce l’elasticità cutanea.
Se le smagliature compaiono, inizialmente sono rosse e più trattabili, poi diventano bianche e permanenti. Concentrati sulla prevenzione e considera che ci sono dei trattamenti estetici efficaci che possono attenuarle. Mamma, il tuo corpo sta facendo qualcosa di straordinario, amalo! Ogni segno racconta la tua storia unica. Amati! ❤️
Mamma, il prurito in gravidanza è un fastidio comune e, nella maggior parte dei casi, del tutto normale. La tua pelle si adatta ai cambiamenti e si allunga per accogliere il tuo bambino. Tuttavia, il prurito può avere cause diverse:
Pancia e seno → La pelle si tende, diventando più secca e sensibile.
– Dermatosi comuni → Alcune condizioni cutanee tipiche della gravidanza possono causare irritazioni.
– Colestasi gravidica → Se il prurito è intenso, localizzato su mani e piedi e peggiora di notte, è bene parlarne con il medico.
– Prurito intimo → Se accompagnato da bruciore, perdite anomale o odori sgradevoli, potrebbe trattarsi di un’infezione. In questo caso, è importante una valutazione professionale.
Mamma, ogni sensazione che provi racconta la storia del tuo viaggio. Coccolati e prenditi cura di te! ❤️
Il diabete gestazionale è una intolleranza al glucosio che compare o viene diagnosticata per la prima volta in gravidanza e che, nella maggior parte dei casi, si risolve dopo il parto.
Infatti, tra gli esami raccomandati in gravidanza, c’è il test della glicemia: un semplice esame del sangue e la curva da carico. La curva da carico è raccomandata se sono presenti fattori di rischio come età >35 anni, familiarità per diabete, diabete gestazionale in una gravidanza precedente, BMI pregravidico elevato o origine da alcune aree del mondo.
Se ti viene diagnosticato un diabete gestazionale, nella maggioranza dei casi si controlla con alimentazione equilibrata e movimento e solo raramente è necessario l’utilizzo di un farmaco. Tenere questa patologia sotto controllo riduce i rischi per mamma e bambino durante la gravidanza ed il parto e riduce il rischio per la mamma di diabete di tipo 2 negli anni successivi
Ad oggi, questa patologia va monitorata ma può essere facilmente tenuta sotto controllo. Informarti e scegli stili di vita consapevoli e salutare: questa è già una forma di cura. 💛
Mamma, il prurito alla pancia e al seno è una sensazione comune durante la gravidanza. La tua pelle non presenta nessuna eruzione cutanea visibile ma semplicemente sta cambiando: si distende per accogliere il tuo bambino e, nel farlo, può diventare più secca e sensibile. So che può essere fastidioso, ma è un fenomeno normale e passeggero.
Un’altra causa comune di questo fastidio è la frizione tra la pelle sotto il seno e la pancia, soprattutto verso la fine della gravidanza, o a causa della sudorazione. Per alleviare il prurito in questa situazione ti consiglio di:
– applicare quotidianamente oli vegetali o creme elasticizzanti per nutrire la pelle e mantenerla morbida.
– Usa acqua tiepida e detergenti delicati per evitare di seccare ulteriormente la pelle.
– Tampona la pelle invece di sfregarla.
– Scegli indumenti in cotone o fibre naturali per ridurre le irritazioni.
– Bevi molta acqua e segui un’alimentazione ricca di omega-3, vitamina E e antiossidanti.
Se il prurito diventa molto intenso, persistente o si estende a tutto il corpo, parlane con il tuo medico per escludere altre cause come la colestasi gravidica o specifiche dermatosi. Mamma, il tuo corpo sta facendo un lavoro straordinario: prenditi cura della tua pelle e concediti momenti di coccola! ❤️

Screening, esami e diagnosi in gravidanza

Screening, esami e diagnosi in gravidanza

Durante la gravidanza è possibile valutare se il bambino è a rischio di alcune anomalie cromosomiche o genetiche attraverso due tipologie di esami: test di screening non invasivi e test diagnostici invasivi.
I test non invasivi non sono obbligatori ma raccomandati per quelle donne con fattori di rischio o per chi vuole conoscere la salute del bambino. Questi sono sicuri per la salute di mamma e bambino. Non forniscono una diagnosi, ma stimano la probabilità che il feto presenti alcune anomalie. I due principali sono il test combinato (o Bi-Test) e il DNA fetale (NIPT). Se uno di questi test mostra un rischio aumentato, è possibile approfondire con un esame invasivo.
I test invasivi accertano con certezza la presenza di anomalie cromosomiche ma comportano un piccolo rischio di aborto. Si eseguono in caso di esito positivo dei test non invasivi o rilevazione di anomalie ecografiche. Comprendono la villocentesi, l’amniocentesi e la cordocentesi.
Scegliere se e come indagare è una decisione personale, da prendere con il giusto supporto e informazione.

Il test combinato (noto anche come Bi-Test o Duo-Test) è un test di screening prenatale non invasivo, utile per valutare la probabilità che il bambino presenti alcune anomalie cromosomiche, in particolare trisomia 21 (sindrome di Down), trisomia 18 e trisomia 13.
Viene effettuato tra l’11ª e la 13ª settimana di gravidanza e si basa su due elementi: un prelievo di sangue materno per analizzare specifici marcatori biochimici e un’ecografia chiamata translucenza nucale, che misura lo spessore di un’area dietro la nuca del feto. L’interpretazione combinata di questi dati, insieme all’età materna, fornisce una stima del rischio.
Esistono varianti simili come il test integrato, il Tri-Test e il Quadruplo test, ma il test combinato resta il più diffuso perché consente una valutazione precoce.
Non fornisce una diagnosi definitiva, ma è utile per orientare eventuali approfondimenti. In presenza di rischio aumentato, si può scegliere di eseguire un test più accurato (come il NIPT) o un test diagnostico invasivo.
Il test è gratuito nel Servizio Sanitario Nazionale per le donne considerate a rischio in base a età o anamnesi.
Il NIPT (test del DNA fetale) è un test non invasivo che si effettua con un semplice prelievo di sangue materno. Infatti, nel sangue della mamma, già dalle prime settimane di gravidanza, circolano frammenti di DNA del feto. Analizzandoli, è possibile stimare con altissima accuratezza il rischio di trisomia 21, 18 e 13, e — in base al pannello scelto — di altre alterazioni cromosomiche più rare.
A differenza del test combinato, il NIPT è a pagamento: solo alcune regioni lo offrono gratuitamente o con rimborso per le gravidanze a rischio. Il costo varia anche in base al numero di cromosomi indagati: maggiore è l’estensione dell’analisi, maggiore sarà il prezzo.
Pur essendo estremamente affidabile, in Italia non è considerato un test diagnostico: un risultato positivo va sempre confermato con un esame invasivo (amniocentesi o villocentesi).
Se vuoi eseguire il NIPT, posso aiutarti a capire qual è il test più adatto alle tue esigenze, eventualmente eseguire il prelievo a domicilio o indicarti il centro più vicino a te. Contattami tramite il modulo contatti di questo sito. Ogni scelta che riguarda il tuo bambino merita di essere accompagnata con cura e consapevolezza.

Ascolta sempre il tuo corpo e concediti del riposo quando queste sensazioni diventano più intense ❤️

La villocentesi è un esame diagnostico invasivo che si esegue tra la 10ª e la 13ª settimana di gravidanza per identificare malattie genetiche e anomalie cromosomiche. Consiste nel prelievo di frammenti di villi coriali, piccole strutture della placenta che condividono il patrimonio genetico del feto. Il prelievo avviene tramite un ago inserito attraverso la parete addominale o, più raramente, per via transcervicale.
La diagnosi è molto precisa, ma l’esame comporta dei rischi: il rischio di aborto è dell’1-2%, mentre il rischio di infezioni è inferiore all’1 su 1000. Per questo motivo il Ministero della Salute ne raccomanda l’esecuzione solo in presenza di fattori di rischio specifici, dopo un’anamnesi approfondita e l’esecuzione di test di screening non invasivi che suggeriscono un rischio elevato per il bambino.
Se stai valutando la villocentesi o ti è stata proposta, chiedi tutte le informazioni necessarie al professionista che ti segue. È tuo diritto conoscere i benefici, i limiti, i possibili rischi e il significato dei risultati.
Qualunque decisione tu prenda, ricorda: sei libera di scegliere, e non sei sola.
L’amniocentesi è un esame diagnostico invasivo che permette di rilevare eventuali anomalie genetiche o cromosomiche del feto, come la trisomia 21 (Sindrome di Down), la trisomia 18 o la trisomia 13. Si esegue prelevando una piccola quantità di liquido amniotico con un ago sottile, inserito nell’addome della mamma sotto guida ecografica. Il liquido contiene cellule fetali su cui vengono effettuate analisi genetiche. Si esegue tra la 15ª e la 18ª settimana di gravidanza, quando la quantità di liquido amniotico è sufficiente per un prelievo sicuro.
È un esame preciso, ma comporta un piccolo rischio di aborto spontaneo stimato tra lo 0,1% e lo 1%, a seconda del centro e dell’esperienza dell’operatore. È indicato quando il test combinato o il NIPT mostrano un alto rischio di anomalie cromosomiche o ci sono sospetti ecografici.
L’amniocentesi non è raccomandata di routine. Deve essere proposta solo dopo una valutazione accurata dei rischi e benefici, considerando anche le alternative non invasive.
Mamma, se stai valutando l’amniocentesi, chiedi al tuo professionista di fiducia tutto ciò che ti serve per fare una scelta consapevole e serena. Nessuna decisione è giusta in assoluto: lo è quella più adatta a te.
La cordocentesi è un esame diagnostico invasivo che si esegue dopo la 16a settimana di gravidanza. Consiste nel prelievo di un campione di sangue fetale direttamente dal cordone ombelicale tramite un ago sottile inserito attraverso la parete addominale della madre, sotto guida ecografica. È un esame più rischioso rispetto ad amniocentesi e villocentesi: il rischio stimato di aborto è di circa 1-2% e sono possibili complicanze come infezioni, contrazioni uterine, rottura delle membrane o emorragie.
Viene proposta solo in casi particolari, come:
– quando non è stato possibile ottenere diagnosi tramite villocentesi o amniocentesi;
– quando si sospettano anemie fetali gravi, per esempio in caso di infezione da Parvovirus B19 o incompatibilità Rh;
– per diagnosi genetiche rapide;
– in caso di necessità di trasfusioni intrauterine.
Mamma, se ti propongono questo esame, chiedi tutto ciò che ti serve per sentirti informata e serena. Ogni scelta consapevole è un passo verso la salute tua e del tuo bambino.

In gravidanza è importante sapere se sei Rh negativa: significa che sui tuoi globuli rossi manca il fattore Rh. Se il papà è Rh positivo, il tuo bambino potrebbe ereditarlo. In quel caso, un contatto tra il tuo sangue e quello del feto (che può avvenire anche senza che tu te ne accorga) potrebbe spingere il tuo sistema immunitario a produrre anticorpi contro i globuli rossi del bambino.
Per evitare questo rischio, le linee guida italiane raccomandano alle donne Rh- di eseguire una profilassi con immunoglobuline anti-D alla 28a settimana di gravidanza. Questo riduce in modo significativo il rischio di immunizzazione e non comporta effetti collaterali per il bambino.
Se alla nascita il bambino è Rh positivo, il vaccino viene ripetuto dopo il parto per proteggere anche eventuali future gravidanze. Una semplice iniezione può davvero fare la differenza.
Un piccolo gesto, una grande protezione per oggi e per il domani.

La curva da carico è un esame del sangue che serve per capire come il tuo corpo gestisce gli zuccheri (glucosio) e per individuare precocemente un eventuale diabete gestazionale.
Per eseguire questo test devi arrivare a digiuno (senza aver mangiato da almeno 8 ore). Ti fanno un primo prelievo di sangue per misurare la glicemia a digiuno, poi bevi una soluzione zuccherata, che contiene 75 grammi di glucosio. Dopo aver bevuto, ti fanno due altri prelievi: uno dopo 1 ora e uno dopo 2 ore
Durante questo tempo resti seduta e a riposo. Non devi mangiare, bere altro o muoverti troppo, per non alterare il risultato.
Questo test si esegue a 16-18 settimane se hai avuto diabete gestazionale in una gravidanza precedente (e si ripete a 28 settimane se negativa) o a 24-28 settimane se presenti uno o più fattori di rischio (come BMI elevato, familiarità per diabete, età >35 anni, precedente macrosomia, ecc…)
Non è raccomandato eseguire di routine nelle donne sane e a basso rischio. Spesso viene prescritta “per sicurezza”, ma un eccesso di controlli non sempre porta benefici.
Mamma, chiedi sempre il perché di un esame: la consapevolezza è parte della cura.

L’emoglobina è una proteina presente nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno nel sangue. Durante la gravidanza, viene controllata con semplici esami del sangue per monitorare il tuo stato di salute e individuare precocemente eventuali carenze di ferro o anemia.
Le Linee Guida raccomandano di misurarla almeno una volta per trimestre. I valori minimi considerati normali sono:
– ≥ 11 g/dL nel primo trimestre
– ≥ 10,5 g/dL nel secondo trimestre
– ≥ 11 g/dL nel terzo trimestre
Un leggero calo dell’emoglobina nel secondo trimestre è fisiologico, perché il volume del tuo sangue aumenta per sostenere la crescita del bambino. Questo può diluire temporaneamente i globuli rossi: si parla di “anemia da diluizione”, ed è normale.
Quando l’emoglobina scende troppo, si parla di anemia vera e propria, che può aumentare il rischio di stanchezza, complicanze in gravidanza e durante il parto. In questi casi, il tuo professionista può suggerire una dieta più ricca in ferro o, se necessario, un’integrazione mirata.
Mamma, ascolta il tuo corpo: sentirti stanca o affaticata non è normale se capita spesso. Controllare l’emoglobina è un modo semplice per prendersi cura di te e del tuo bambino ❤️

L’ecografia morfologica è un esame importantissimo che si esegue tra la 19ª e la 21ª settimana di gravidanza. È una tappa emozionante perché consente di vedere nel dettaglio il tuo bambino mentre cresce e, in molti casi, di scoprire il suo sesso (se non lo conosci già!)!
Questa ecografia serve a valutare lo sviluppo degli organi e delle strutture fetali, come cervello, colonna vertebrale, cuore, reni, arti, stomaco e vescica. Inoltre, si controllano la placenta, il liquido amniotico e la crescita del feto rispetto all’epoca gestazionale.
È un esame non invasivo e indolore, effettuato con una sonda sull’addome, e non comporta rischi né per te né per il bambino.
Esistono due tipi di ecografia morfologica:
– Quella di primo livello, eseguita di routine in tutte le gravidanze fisiologiche.
– Quella di secondo livello, consigliata solo in caso di sospetti, fattori di rischio o malformazioni da approfondire, e viene svolta da specialisti in centri di riferimento. Se scegli di fare la morfologica di secondo livello e hai una gravidanza fisiologica, l’esame sarà a pagamento.
Anche se un po ‘ di ansia in gravidanza è normale, questo non è un esame da temere: è uno strumento utile per prendersi cura al meglio di voi due ❤️

Durante la gravidanza e il travaglio, il benessere del bambino può essere monitorato in due modi: auscultazione intermittente del battito fetale e cardiotocografia (CTG).
L’auscultazione intermittente prevede l’ascolto periodico del battito cardiaco fetale con un doppler portatile o una sonda. È raccomandata nelle gravidanze fisiologiche, soprattutto in travaglio, perché consente alla mamma di muoversi liberamente e riduce gli interventi non necessari. È sicura ed efficace per monitorare la salute del bambino nei contesti a basso rischio.
La cardiotocografia (CTG) è invece un tracciato continuo che registra il battito del bambino e le contrazioni uterine. È indicata in gravidanza se ci sono fattori di rischio (patologie materne, gravidanza protratta dalla 41esima settimana, riduzione dei movimenti fetali, esiti anomali di altri esami, travaglio indotto, ecc.). È utile in molti casi, ma va interpretata con attenzione, perché può aumentare il rischio di interventi inutili se usata in modo inappropriato.
Mamma, ogni strumento ha i suoi vantaggi. Chiedi sempre spiegazioni a chi ti segue, per capire cosa è meglio nel tuo caso e affrontare il parto con maggiore consapevolezza. 💗

Sviluppo del bambino e movimenti fetali

Sviluppo del bambino e movimenti fetali

Durante la gravidanza, i movimenti fetali rappresentano un segnale importante del benessere del bambino. Iniziano a essere percepiti dalla mamma tra la 16ª e la 24ª settimana, ma il momento esatto varia da gravidanza a gravidanza. Si presentano inizialmente come leggere bolle d’aria o piccoli flussi, e via via diventano più decisi.
La frequenza e l’intensità dei movimenti possono dipendere da diversi fattori: la posizione del feto e della placenta, il liquido amniotico, la corporatura materna e se si tratta della prima gravidanza. Anche lo stile di vita della mamma influisce: nei momenti di riposo è più facile percepire i movimenti.
Dal secondo trimestre in poi, è importante che la mamma impari a riconoscere il ritmo del proprio bambino. Un cambiamento improvviso o una riduzione marcata dei movimenti possono indicare un problema e richiedono un controllo immediato, soprattutto nel terzo trimestre. Non serve contarli uno a uno, ma imparare ad ascoltare il proprio corpo e notare eventuali cambiamenti significativi. In “Come ascoltare i movimenti del bambino nella pancia” ti spiego un esercizio che puoi fare tutti i giorni per monitorare la salute del tuo bambino e metterti in contatto con lui.
Mamma, ascoltare i movimenti del tuo bambino è un gesto d’amore e connessione. Fidati del tuo intuito: tu lo conosci meglio di chiunque altro. ❤️
Ti propongo un esercizio semplice che ti consiglio di inserire quotidianamente nella routine: qualche minuto ogni giorno e imparerai a conoscere meglio i movimenti del tuo bambino e verificare che sta bene.
Ecco cosa fare, passo dopo passo:
– Scegli il momento giusto: quando sei tranquilla, meglio se dopo aver mangiato o la sera prima di dormire.
– Trova una posizione comoda: sdraiati sul fianco sinistro o siediti con la schiena ben appoggiata.
– Appoggia le mani sulla pancia: i palmi della mani ti aiuteranno a sentirlo meglio
– Se ti fa piacere chiudi gli occhi e lascia che il tuo respiro diventi lento e profondo: inspira lentamente dal naso ed espira dalla bocca.
– Porta attenzione al tuo bambino: senti se si muove, se cambia posizione, se “risponde” al tuo tocco. Prova a registrare le sue variazioni di movimento in un arco temporale di 10 minuti.
Ogni bambino ha il suo ritmo. Imparare a riconoscere il suo ti aiuterà a capire se qualcosa cambia. Se senti movimenti molto diversi dal solito o ti sembra che siano diminuiti, avvisa chi ti segue in gravidanza.
Metterti in ascolto non è solo un modo per controllare, ma per nutrire il legame con il tuo bambino, ogni giorno di più.
Durante la gravidanza, il tuo bambino cresce e si sviluppa in modo straordinario! Ogni trimestre è caratterizzato da tappe importanti che accompagnano la sua formazione, crescita e preparazione alla nascita.
Primo trimestre (0-13 settimane): è il periodo della formazione. Il cuore comincia a battere già dalla 6ª settimana curca, e si sviluppano il sistema nervoso, gli organi principali, arti e tratti del viso. Alla fine del primo trimestre, il feto è lungo circa 7-8 cm e pesa circa 20-25 grammi.
Secondo trimestre (14-27 settimane): il feto cresce rapidamente, si muove, succhia, deglutisce, apre e chiude le mani. Si sviluppano i sensi, compreso l’udito. Alla fine del secondo trimestre può pesare fino a 900 grammi e misurare circa 35 cm. È anche il momento in cui inizi a sentirlo muovere con più chiarezza.
Terzo trimestre (28 settimane fino al parto): Il cervello si sviluppa velocemente, i polmoni maturano e il bambino accumula grasso per affrontare il mondo esterno. Alla nascita pesa in media 3-3,5 kg (con un range normale che va dai 2,5 kg ai 4kg) e misura circa 48-52 cm.
Se sei curiosa di approfondire la sua crescita leggi anche “Quanto cresce il tuo bambino mese per mese durante la gravidanza
Mamma, ogni giorno il tuo corpo fa un lavoro incredibile: custodisce e nutre una nuova vita. ❤️
Vediamo insieme cosa succede mese per mese, tenendo presente che ogni gravidanza è unica.
– Primo mese (1-4 settimane): la gravidanza inizia con la fecondazione e avviene l’impianto dell’embrione. Iniziano a formarsi tubo neurale, cuore primitivo e placenta.
– Secondo mese (5-8 settimane): si formano occhi, orecchie, arti, e il cuore inizia a battere. Il cervello e il midollo spinale iniziano a svilupparsi rapidamente. Alla fine del secondo mese, il feto è lungo circa 2 cm.
– Terzo mese (9-12 settimane): Gli organi principali si formano. Iniziano a distinguersi mani e piedi, si muove (anche se non lo senti ancora) e inizia la produzione di urina e bile. Alla fine del trimestre misura circa 6-8 cm e pesa 15-20 grammi.
– Quarto mese (13-16 settimane): Il viso è più definito e si sviluppano unghie e capelli. Il sesso può essere visibile in ecografia. Il bambino inizia a deglutire e a muoversi attivamente. Alla fine del mese è lungo circa 16 cm.
– Quinto mese (17-20 settimane): puoi iniziare a sentire i movimenti (anche se alcune mamme li sentiranno per la prima volta anche a 24 settimane). La pelle è sottile, coperta da lanugine. Inizia a reagire ai suoni. Misura circa 25 cm e pesa 250-300 g.
-Sesto mese (21-24 settimane): Il feto apre e chiude le palpebre. I polmoni iniziano a produrre surfattante, una sostanza fondamentale per la loro maturazione e per prepararsi alla vita extrauterina. Alla fine del mese pesa circa 600-700 g e misura 30-32 cm.
– Settimo mese (25-28 settimane): Si perfeziona la maturazione del sistema nervoso e respiratorio. Può rispondere alla luce e alle voci. Pesa circa 1 kg e misura 35-38 cm.
– Ottavo mese (29-32 settimane): Il grasso sottocutaneo aumenta. I movimenti sono forti e visibili sulla pancia. Pesa circa 1,8-2 kg e misura 40 cm.
– Nono mese (33-36 settimane): Il bambino si prepara al parto: polmoni, cervello e organi sono quasi maturi. Pesa circa 2,5-2,8 kg.
– Ultime settimane (37-42 settimane): È considerato a termine . Si gira con la testa verso il basso. Pesa in media 3-3,5 kg (con un range normale che va dai 2,5 kg ai 4kg) e misura circa 50 cm.
Mamma, ascolta il tuo corpo e chiedi supporto se hai dubbi sulla crescita del tuo bambino. Ogni pancia è diversa, ma tu sei sempre il posto migliore per lui.
Durante la gravidanza, il tuo bambino inizia a percepire i sapori attraverso il liquido amniotico, che deglutisce ogni giorno. Il gusto si sviluppa presto, già dal secondo trimestre, e il liquido amniotico cambia sapore in base a ciò che mangi: aglio, vaniglia, anice, carote… tutto arriva al tuo bambino in modo delicato ma efficace!
Questo “allenamento” al gusto continua anche con l’allattamento, se il tuo bambino si nutrirà con latte materno. Infatti, come il liquido amniotico, anche il latte materno cambia sapore in base alla tua alimentazione: esporsi fin da subito a tanti gusti diversi aiuta il bambino a riconoscerli e accettarli meglio.
Queste esperienze possono addirittura facilitare il bambino molto dopo: tra il secondo ed il terzo trimestre post parto con l’approccio all’alimentazione complementare (svezzamento), soprattutto se avviene in modo graduale e rispettoso dei suoi tempi.
Mamma, una dieta sana, variata e ricca di sapori non solo nutre il tuo corpo, ma prepara anche il tuo bambino ad avere un buon rapporto con il cibo. Ogni tuo pasto è un piccolo assaggio d’amore per lui!
Lo sviluppo della vista del tuo bambino inizia già in gravidanza, ma è uno degli ultimi sensi a svilupparsi e maturare. Intorno alla 26ª settimana, le palpebre iniziano ad aprirsi e gli occhi possono percepire luci intense filtrate dalla pancia. Ci sono alcune evidenze che suggeriscono che il feto può reagire a stimoli luminosi proiettati sull’addome materno: ad esempio, nel terzo trimestre è stato osservato che alcuni bambini in pancia muovono testa o occhi verso un fascio di luce.
Alla nascita, la vista è ancora molto immatura: il tuo bambino riesce a mettere a fuoco solo a circa 20-30 cm di distanza, giusto lo spazio che lo separa dal tuo volto mentre lo tieni al petto. Il bambino, riconosce meglio i contrasti (bianco-nero) che i colori e preferisce osservare i volti umani, in particolare quello della sua mamma. Anche il tuo corpo lo aiuta in questo: la linea nigra sull’addome e l’iperpigmentazione dell’areola non sono un caso! Servono proprio ad attirare lo sguardo del neonato verso il seno, facilitando l’attacco e rafforzando il legame visivo ed emotivo.
Dopo la nascita, tenere il bambino vicino al viso e al seno non è solo una coccola: lo aiuta a riconoscerti, ad attaccarsi meglio e a sentirsi sicuro. Il contatto pelle a pelle è un potente alleato per lo sviluppo dei sensi e dell’attaccamento.
Mamma, fidati del vostro sguardo: è il primo dialogo d’amore tra te e il tuo bambino. 💛
Il senso dell’olfatto inizia a svilupparsi molto presto: già intorno all’ottava settimana di gravidanza, si formano le strutture cerebrali e nervose coinvolte nella percezione degli odori. Verso la 28ª settimana, il feto è in grado di percepire molecole odorose presenti nel liquido amniotico, che derivano principalmente dall’alimentazione della mamma.
Alla nascita, l’olfatto è uno dei sensi più sviluppati del neonato: il tuo bambino riconosce l’odore del liquido amniotico, dell’ambiente uterino e… il tuo! Sa distinguere l’odore della sua mamma da quello di altre donne, anche nelle prime ore di vita.
Questo straordinario senso guida il neonato nell’attaccamento al seno. L’odore della tua pelle e dell’areola (che si ipotizza diventare più scura in alcune donne durante la gravidamza proprio per attirare la sua attenzione) lo aiuta a trovare il capezzolo e ad avviare l’allattamento. Non a caso, i neonati posati pelle a pelle sul petto della mamma si spostano spontaneamente verso il seno, guidati dal loro olfatto.
Mamma, sappi che per il tuo bambino il tuo profumo è casa. 💛 Un legame potente, che inizia prima ancora del primo abbraccio.
All’inizio del terzo trimestre, il tuo bambino ha ancora spazio per muoversi e può trovarsi in diverse posizioni: cefalica (a testa in giù), podalica (con i piedi o il sederino verso il basso) o trasversale. Tutte queste varianti sono comuni e perfettamente normali in questa fase della gravidanza!
La posizione cefalica — cioè quella più favorevole per il parto — viene spesso assunta spontaneamente tra la 32ª e la 36ª settimana. Tuttavia, il mio consiglio è di iniziare fin da subito a favorire l’ottimizzazione della posizione fetale. In questo modo, offri al tuo bambino lo spazio e gli stimoli giusti per trovare la strada migliore verso la nascita.
Ecco qualche consiglio utile:
– Evitare di stare seduta per lunghi periodi (fai delle pause, anche una piccola camminata sul posto), e stai seduta il più possibile con la schiena dritta.
– Cammina ogni giorno: il movimento aiuta il bambino a trovare la sua posizione
– Fai esercizi di movimento: se vuoi utilizzare la palla da parto, fai yoga in gravidanza, sport in acqua o altro.
– Fai l’esercizio dell’inversione in gravidanza (te lo spiego in questo video)

Durante le visite, chi ti segue può monitorare la posizione del bambino. Se il bambino si fa attendere nel posizionarsi in posizione cefalica, si può valutare insieme se adottare strategie mirate o semplicemente attendere.

Mamma, tu prepari il nido: lui troverà la strada.

Durante la gravidanza, potresti iniziare a percepire una sensazione ritmica, simile a piccoli “saltelli” interni: è il singhiozzo fetale. Si tratta di contrazioni ritmiche e involontarie del diaframma del tuo bambino, un fenomeno del tutto fisiologico e molto frequente, soprattutto nel secondo e terzo trimestre.
Il singhiozzo è segno che il sistema nervoso e muscolare del tuo bambino sta maturando correttamente. In particolare, è collegato alla formazione del diaframma e all’attività di deglutizione: mentre il tuo bambino deglutisce il liquido amniotico, può insorgere il singhiozzo come “allenamento” per la respirazione extrauterina.
Può durare qualche minuto e presentarsi più volte al giorno. È facilmente riconoscibile perché ha un ritmo costante, diverso dai movimenti casuali o dai calcetti.
Non preoccuparti: il singhiozzo fetale non è segnale di pericolo, anzi è considerato un indicatore di benessere e sviluppo neuromuscolare.
Mamma, rilassati e goditi questo piccolo segnale di vita: è uno dei modi in cui il tuo bambino ti sta già parlando. 💛

Il tuo bambino inizia a “sentire” già dentro la pancia!
L’udito è uno dei primi sensi a svilupparsi: già intorno alla 18ª settimana, l’orecchio interno si è formato, e dalla 24ª settimana il feto può percepire i suoni. All’inizio sono ovattati, perché filtrati dal liquido amniotico, ma la tua voce arriva comunque forte e chiara perchè percepita anche attraverso le vibrazioni!
È scientificamente dimostrato che il bambino riconosce la voce della mamma alla nascita, grazie all’ascolto durante la gravidanza. Anche il battito del tuo cuore, i suoni intestinali, la musica e le voci familiari diventano parte del suo mondo sonoro.
Tra i suoni preferiti: quelli ritmici, le melodie dolci, il canto e le parole dette con calma (questo vale anche e soprattutto con il neonato!)
Questo legame sonoro aiuta il bambino a sentirsi rassicurato e già connesso a chi lo circonda oltre che a gettare le basi del processo di sviluppo del linguaggio.
Durante tutta la gravidanza, parlagli, leggigli qualcosa ad alta voce, ascolta musica che ti rilassa. Questi piccoli gesti quotidiani nutrono la relazione e favoriscono il suo sviluppo.
Ogni parola che pronunci è una carezza sonora per il tuo bambino.💛

Attività fisica in gravidanza

Attività fisica in gravidanza

Fare sport in gravidanza è sicuro e, nella maggior parte dei casi, anche raccomandato!
Se la gravidanza inizia e procede senza complicazioni, mantenersi attive ogni giorno aiuta a stare meglio sia fisicamente che mentalmente. Camminare, nuotare, fare yoga o ginnastica dolce sono ottime opzioni per migliorare la circolazione, ridurre il mal di schiena, prevenire il diabete gestazionale e dormire meglio.

Puoi iniziare fin da subito e, soprattutto, non è necessario fermarsi se già pratichi attività sportiva! (Questa è un ottima notizia!) Al contrario di quanto si pensi, in gravidanza puoi continuare anche con la corsa o il sollevamento pesi, se sono sport adatti a te. Per proteggere il pavimento pelvico durante l’attività fisica, è utile richiedere una valutazione da parte di un professionista esperto: ti aiuterà a capire lo stato dei tuoi muscoli e a mantenerli morbidi ed elastici.

Bastano 30 minuti al giorno (o 150 minuti a settimana) per ottenere benefici importanti: l’attività fisica può ridurre la durata del travaglio, il rischio di parto operativo e favorire una migliore tolleranza del bambino allo stress del parto.
Evita gli sport di contatto o gli esercizi non idonei con l’avanzare della gravidanza.

Ascolta sempre il tuo corpo: se ti senti affaticata o provi fastidi, fermati. In caso di dubbi o complicazioni, confrontati con il tuo professionista di riferimento.

Muoversi in gravidanza è un gesto di cura, per te e per il tuo bambino.

Tutti gli sport, in teoria, possono essere praticati anche in gravidanza, a condizione che si adattino alle esigenze del corpo che cambia e che vengano svolti con attenzione.

Le attività più intense o ad alto impatto, possono essere continuate in gravidanza da chi le praticava già prima, purché ci si affidi a istruttori esperti, si adattino gli esercizi al trimestre e soprattutto si rimanga in ascolto del proprio corpo, sospendendo o modificando quando qualcosa non “suona più bene”.

Chi invece si avvicina allo sport per la prima volta in gravidanza, può iniziare con attività più semplici come camminata regolare, nuoto o acquaticità prenatale e pilates o yoga prenatale, preferibilmente con insegnanti preparati sulla gravidanza e sulla preparazione al parto.

Non esistono sport vietati in assoluto, ma alcune attività sono fortemente sconsigliate per l’aumento del rischio di traumi, cadute o impatti, come equitazione, sci, sport da contatto, arrampicata.

Le immersioni subacquee, invece, sono controindicate, perché il feto non è in grado di gestire correttamente i cambi di pressione, con possibili effetti pericolosi.

Se la gravidanza procede fisiologicamente e ci si sente bene, non è necessario smettere di allenarsi, anzi! Bastano 150 minuti a settimana (o 30 minuti al giorno) per ottenere grandi benefici. Muoversi con consapevolezza durante la gravidanza è uno dei modi più potenti per prendersi cura di sé e del proprio bambino ❤️

Secondo le linee guida di società scientifiche internazionali come ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) e RCOG (Royal College of Obstetricians and Gynaecologists), le immersioni subacquee con bombole sono controindicate in gravidanza, anche se sei un’esperta.
Il motivo è semplice: il feto non può proteggersi dai rischi legati alla decompressione necessaria quando si scende per metri sotto il livello del mare. Questo può causargli gravi problemi come malformazioni o embolie.
Un alternativa momentanea alle immersioni, se sei in gravidanza e ti piace vedere i pesci, è fare snorkeling: questo sport è totalmente sicuro e divertente, oltre che farti giovare di tutti i benefici del movimento in acqua.
Ascolta il tuo corpo e goditi il mare in modo dolce e sicuro, anche il tuo bambino ama quando stai bene! 💙

Il CrossFit è uno sport ad alta intensità, cioè richiede un grande sforzo fisico, ma questo non vuol dire che sia rischioso per la gravidanza.
Se stai vivendo una gestazione fisiologica e sei un’amante del CrossFit puoi continuare a praticarlo, modificando qualcosa in base alle esigenze del tuo corpo. Alcuni movimenti, infatti, potrebbero esserti più difficili in base al trimestre e al tuo livello di allenamento.
Ecco cosa potrebbe essere necessario fare:
– ridurre l’intensità dell’allenamento,
– concentrarsi molto sulla corretta esecuzione, considerando che il baricentro del corpo è in continua evoluzione
– evitare movimenti ad alto rischio come sollevamenti di carichi molto pesanti o esercizi ad altissimo impatto,
– adattare il lavoro sul core, evitando in particolare di sdraiarsi completamente sulla schiena dopo il primo trimestre.

Parla sempre con chi ti segue in gravidanza e con il tuo coach: un buon professionista saprà proporti variazioni sicure, mantenendo il piacere dell’allenamento.
Ma soprattutto: ascolta il tuo corpo. Se ti fa stare bene e ti senti in forma, lo sport può essere un grande alleato anche ora. 💪🏼

Se sei abituata a farlo e il tuo corpo è in salute, sì: la verticale in gravidanza non è pericolosa. Non ci sono evidenze scientifiche che controindichino questa posizione se viene eseguita in sicurezza, specialmente da chi ha già confidenza con il movimento.
Anzi, può portare benefici! L’ostetrica americana Gail Tully ha ideato un esercizio chiamato “inversione” (forward-leaning inversion), che consiste in una posizione capovolta – simile a una verticale assistita – pensata per aiutare il bambino a trovare una posizione ottimale nella pancia, migliorare l’allineamento del bacino, favorire lo spazio nel segmento uterino inferiore e ridurre la tensione dei legamenti uterini. Inoltre, questo esercizio, se ripetuto quotidianamente, ti offre dei grandi benefici a livello circolatorio.
È una posizione utile per tutte le donne, anche se più spesso viene consigliata per favorire posizioni più favorevoli del feto, come in caso di feto podalico.
In questo reel su Instagram ti spiego come ottenere questa posizione.
Mamma, il tuo corpo sa cosa fare: ascoltalo, rispettalo, affidati a chi può accompagnarti con competenza. ❤️
Se non sei sicura se lo sport possa far bene o meno alla tua gravidanza,ti svelo la verità: fare attività fisica regolare migliora la tua salute e quella del tuo bambino. Ecco quali sono i principali benefici:
– migliora la postura e ridurre dolori lombari,
– previene l’eccessivo aumento di peso,
– riduce il rischio di diabete gestazionale e ipertensione,
– favorisce il sonno e il benessere mentale,
– migliora la circolazione e ridurre il gonfiore alle gambe,
– aumentare la forza e la resistenza, utili durante il travaglio,
– migliora il recupero post parto.
Secondo le linee guida internazionali, se la gravidanza è fisiologica, si consiglia almeno 150 minuti a settimana di attività moderata (es. camminata, nuoto, yoga, ginnastica in gravidanza).
Non serve per forza fare sport intensi: anche solo camminare tutti i giorni a passo sostenuto può fare la differenza.
Mamma, scegli un’attività che ti piace, che ti fa sentire bene nel corpo e nella mente.
Se hai dubbi, parlane con chi ti segue: il movimento in gravidanza è un grande alleato, non un rischio!

No, non è obbligatorio indossare un costume intero se sei incinta: puoi scegliere il costume che preferisci, anche due pezzi, l’importante è che ti senta comoda e libera nei movimenti.
Molte donne in gravidanza scelgono il costume intero per sostenere meglio la pancia e per sentire meno freddo, ma non c’è alcuna indicazione medica che imponga un tipo di costume. L’importante è che:
– non stringa sulla pancia o sul seno,
– sia realizzato in materiale elasticizzato buona qualità e traspirante,
– ti permetta di muoverti senza fastidi.
– copra completamente i genitali, per ridurre il rischio di infezioni.
Se fai nuoto o acquagym, valuta un costume sportivo, anche premaman, per maggior comfort. Se invece vai in piscina per rilassarti, nuotare lentamente o fare due passi in acqua, scegli il modello che ti fa sentire più a tuo agio: va bene anche il bikini!
Ricorda: l’attività fisica in acqua è uno degli esercizi più raccomandati in gravidanza perché allevia il peso sulla schiena, migliora la circolazione e rilassa corpo e mente.
Mamma, il tuo corpo cambia, ma resta bellissimo: il miglior costume è quello che ti fa sentire bene.

Spesso questo consiglio viene dato per eccesso di cautela, ma non esistono linee guida ufficiali che vietino lo sport in gravidanza in caso di gravidanza fisiologica.
Non tutti i professionisti sono aggiornati sulle più recenti linee guida internazionali (come quelle dell’OMS o dell’ACOG), che invece raccomandano l’esercizio fisico regolare anche nel primo trimestre, purché adattato alla condizione della persona.
L’unica cosa che devi sapere è che è bene evitare sport ad alto rischio di trauma (cadute, scontri), surriscaldamento e attività ad alta quota o subacquee.
In sintesi: se la gravidanza è fisiologica e stai bene, muoverti è sano anche all’inizio. Ascolta il tuo corpo, confrontati con chi ti segue… e goditi il movimento!

Montare a cavallo in gravidanza non è raccomandato, anche se sei esperta o segui percorsi tranquilli.

Il problema non è lo sforzo fisico in sé, ma il rischio di cadute o sobbalzi, che aumenta con l’avanzare della gravidanza. Anche un cavallo addestrato può spaventarsi o reagire in modo imprevisto, e una caduta potrebbe avere conseguenze molto gravi, sia per te che per il tuo bambino.

Per questo, le linee guida di molte società scientifiche sconsigliano l’equitazione durante la gravidanza, soprattutto dopo il primo trimestre.

Se ami i cavalli e il contatto con la natura, puoi comunque vivere questa passione in altri modi: accarezzarli, spazzolarli, stare all’aria aperta o accompagnare altri cavalieri nelle passeggiate. Il movimento, per te, può arrivare da altre attività più sicure in questo periodo.

Mamma, prendersi cura di sé significa anche fare scelte temporanee, con lo sguardo già rivolto a tutto ciò che potrai riprendere dopo, più forte e consapevole di prima.

Purtroppo, sciare è un’attività non raccomandata in gravidanza perché le cadute o gli urti accidentali con altre persone possono rappresentare un rischio serio per te e per il tuo bambino, soprattutto nel secondo e terzo trimestre.
Se ami la montagna, puoi comunque goderti delle passeggiate con le ciaspole o attività leggere sulla neve, sempre con scarpe adatte, bastoncini e sentieri sicuri.
Ti lascio alcuni consigli che possono esserti molto utili se stai programmando una vacanza sulla neve:
– fino a 2.500 metri di altitudine, non ci sono controindicazioni per una gravidanza fisiologica.
– Sopra i 2.500-3.000 metri, la quantità di ossigeno nell’aria diminuisce. Se non sei abituata a queste altitudini, potresti sperimentare mal di montagna
Inoltre, puoi utilizzare tutte le funivie, gli impianti di risalita, le seggiovie e le ovovie senza problemi: fai solo attenzione agli impianti aperti se, con un pancione importante, potresti fare più fatica a salire/scendere in sicurezza.
Mamma, lo sport è importante, ma la sicurezza viene prima: ci sarà tutto il tempo per tornare sulle piste, più forte e felice che mai!

Attività sessuale in gravidanza

Attività sessuale in gravidanza

Sì, nella maggior parte dei casi fare sesso in gravidanza è sicuro e non comporta rischi né per te né per il tuo bambino. Se la tua gravidanza è fisiologica, puoi continuare ad avere rapporti sessuali anche fino al termine.
Il bambino è ben protetto nel sacco amniotico e il collo dell’utero chiuso impedisce che venga toccato durante il rapporto. Inoltre, il piacere sessuale può contribuire al tuo benessere fisico ed emotivo.
Possono esserci dei momenti in cui hai meno voglia o ti senti diversa nel corpo: è normale, ogni gravidanza è unica. Allo stesso tempo, alcune donne notano un aumento del desiderio, grazie ai cambiamenti ormonali.
In alcuni casi particolari, come minaccia di parto pretermine, placenta previa, sanguinamenti o infezioni, il professionista che segue la tua gravidanza può consigliare di sospendere temporaneamente l’attività sessuale.
Mamma, ascolta il tuo corpo, parla con chi ti segue e con il tuo partner: la sessualità in gravidanza può essere vissuta con naturalezza e complicità.

No, se la gravidanza è fisiologica, non è necessario sospendere l’attività sessuale nel primo trimestre. È vero, però, che nel primo trimestre molte donne sperimentano nausea, stanchezza e sbalzi ormonali che possono influenzare il desiderio. In questi casi, ascoltarsi e parlare con il partner è fondamentale.
Se invece hai desiderio sessuale, puoi tranquillamente entrare in intimità con il tuo partner.
Il feto è ben protetto nell’utero e non viene “disturbato” dai rapporti.
Il collo dell’utero è chiuso e la penetrazione non lo raggiunge.
Inoltre, l’utero è circondato dal liquido amniotico che lo protegge da urti o pressioni esterne.

Dopo il rapporto, dato che la mucosa della vagina e della cervice uterina sono iper-vascolarizzate, potresti avere delle piccole perdite rosa che, se sono senza dolori e lievi come descritte, non rappresentano nessun rischio.
Il medico o l’ostetrica potrebbero consigliare una pausa dal sesso solo in presenza di rischi specifici, come minacce d’aborto, perdite ematiche, contrazioni uterine o altre condizioni particolari.
Mamma, se ti senti in forma e hai voglia di vivere la tua sessualità, fallo senza paura: la gravidanza non è una malattia, ma un tempo di ascolto e relazione anche intima. 💗

Sì, è assolutamente normale! Durante la gravidanza, il corpo attraversa profondi cambiamenti ormonali che possono aumentare il desiderio sessuale. Estrogeni e progesterone, in particolare, aumentano la vascolarizzazione dei genitali, rendendo le sensazioni più intense e facilitando l’eccitazione. Anche la lubrificazione vaginale tende ad aumentare, rendendo l’intimità più piacevole.
Inoltre, molte donne riferiscono di sentirsi più libere nel vivere la sessualità durante la gravidanza, soprattutto se è desiderata e vissuta con serenità: non c’è più l’ansia di “fare attenzione” per evitare una gravidanza, e il corpo viene percepito in modo nuovo, spesso più sensuale.
Il secondo trimestre è il periodo in cui questo aumento del desiderio si manifesta più frequentemente: nausea e stanchezza iniziano a ridursi, il pancione non è ancora troppo ingombrante e si può vivere la sessualità in modo appagante.
Mamma, ascoltati con libertà e senza giudizio: ogni corpo reagisce in modo diverso, e se provi più desiderio del solito non c’è nulla di strano. Anzi, è un bellissimo segnale di vitalità, intimità e connessione.
Sì, anche questo è assolutamente normale. Ogni gravidanza è diversa, e così anche il modo in cui cambia la sessualità. Avere poco desiderio sessuale in gravidanza può dipendere da tanti fattori fisici, emotivi e ormonali.
Nel primo trimestre, nausea, stanchezza, tensione al seno o preoccupazioni per la gravidanza possono ridurre l’interesse per l’intimità. Nel secondo trimestre potresti ancora essere molto concentrata sulla gravidanza e avere priorità differenti. Nel terzo trimestre, invece, il pancione, i dolori alla schiena o la difficoltà a trovare posizioni comode possono influenzare la voglia di fare l’amore.
A volte anche i cambiamenti del corpo, se vissuti con disagio, possono interferire con la sfera sessuale. Oppure possono emergere paure (consce o inconsce) legate alla salute del bambino, al parto o al cambiamento della relazione col partner.
Il mio consiglio migliore per te è di parlare con il tuo partner e chiedere anche a lui di cosa ha bisogno e come si sente in questo nuovo equilibrio.
Ricorda: non c’è un “modo giusto” di vivere la sessualità in gravidanza. L’importante è ascoltarsi, comunicare con il partner, e non sentirsi sbagliate. La sessualità non è fatta solo di desiderio fisico, ma anche di contatto, vicinanza, coccole e intimità emotiva. Ogni fase ha il suo ritmo.

No, non esistono posizioni “vietate” in assoluto durante i rapporti in gravidanza. Se la tua gravidanza è fisiologica e non ci sono controindicazioni mediche, puoi vivere l’intimità con libertà, scegliendo le posizioni che ti fanno sentire più a tuo agio.
Con l’aumento del pancione, però, alcune posizioni possono diventare scomode o meno sicure. Ad esempio, dopo il primo trimestre, è consigliabile evitare di stare troppo a lungo sdraiate sulla schiena, perché il peso dell’utero potrebbe comprimere la vena cava.
Molte coppie, con il passare delle settimane, scoprono nuove posizioni più comode: sul fianco, da dietro, semi-seduti… L’importante è che ci sia ascolto reciproco, rispetto dei propri limiti e assenza di dolore.
Se provi fastidio, o hai dubbi, parla con chi ti segue in gravidanza: ogni corpo è diverso, e merita attenzione.
La sessualità può rimanere un momento bello e intimo anche con qualche adattamento. 💗

È una paura molto comune tra i partner, soprattutto se è la prima gravidanza. Ma puoi rassicurarlo: se la gravidanza è fisiologica, fare l’amore non fa male al bambino.
Il feto è ben protetto all’interno dell’utero, circondato da liquido amniotico e ben separato dalla vagina dal collo dell’utero, che resta chiuso. La penetrazione non arriva “al bambino” e non lo disturba.
Anzi, durante l’intimità si producono endorfine e ossitocina, ormoni del benessere che fanno bene anche al piccolo!
È importante che anche il partner si senta coinvolto e accolto nelle sue emozioni. Può essergli utile sapere che molte coppie vivono la sessualità in gravidanza in modo nuovo e più profondo, fatto non solo di desiderio fisico, ma anche di contatto, cura e tenerezza.
Puoi proporgli di affrontare insieme il tema con chi vi segue in gravidanza, oppure leggere articoli o materiali affidabili per sentirsi più tranquilli.
La chiave, come sempre, è la comunicazione: rassicuratelo, ascoltatelo, e trovate insieme un nuovo equilibrio.

Sì, in una gravidanza fisiologica, fare sesso può offrire diversi benefici sia fisici sia emotivi, per te e per la vostra coppia. Ecco i più riconosciuti:
– L’intimità può favorire il rilascio di ormoni “del benessere” come endorfine e ossitocina, aiutando a ridurre stress, ansia e favorendo un miglior riposo.
– Il piacere sessuale e l’eccitazione aumentano il flusso di sangue nella zona pelvica, con benefici per la muscolatura e per la preparazione del corpo al parto.
– In un periodo di cambiamenti profondi, mantenere intimità e affetto con il partner può rafforzare il legame, offrendo sostegno reciproco e sicurezza emotiva.
Naturalmente, ogni corpo e ogni gravidanza è diversa: alcune donne sperimentano un aumento del desiderio e altre una diminuzione. Accogli quello che accade e mantieni una comunicazione aperta con il tuo partner.
Il sesso in gravidanza può essere non solo sicuro, ma anche un’occasione di benessere, intimità e connessione.

Sì, puoi avere orgasmi in gravidanza e non è pericoloso se la gravidanza è fisiologica. L’orgasmo è una risposta naturale del corpo e, anzi, può offrire diversi benefici: rilascia endorfine e ossitocina, rilassa, migliora il sonno e rafforza il legame di coppia.
Durante o dopo l’orgasmo, potresti sentire l’utero indurirsi per qualche secondo. Si tratta di contrazioni innocue e non sono pericolose. Anche qualche perdita rosata può capitare, soprattutto nei primi mesi, perché la mucosa della cervice è molto vascolarizzata. Se però le perdite sono abbondanti, rosso vivo o associate a dolore, è bene fare un controllo.
Solo in caso di gravidanza a rischio, come placenta previa, contrazioni premature o minaccia d’aborto, l’attività sessuale e l’orgasmo possono essere sconsigliati. In questi casi è importante seguire le indicazioni dell’ostetrica o del ginecologo.
Mamma, se ti senti a tuo agio, lasciati andare: il piacere non è un pericolo, ma può diventare una bellissima risorsa anche in gravidanza. ❤️

Sì, potrebbe capitare.
La gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti fisici, ormonali ed emotivi, e può influenzare in modo naturale il desiderio e la frequenza dei rapporti sessuali.

A volte ci si sente più stanchi, più sensibili, oppure meno a proprio agio con il corpo che cambia. Altre volte il desiderio c’è, ma è il partner a sentirsi spiazzato o in difficoltà. Anche le paure (consce o inconsce) legate alla salute del bambino o all’idea del cambiamento imminente possono influire.

Ridurre la frequenza dei rapporti non significa avere problemi, ma solo attraversare una nuova fase. L’importante è non lasciare che il silenzio o l’imbarazzo si insinuino nella relazione: parlarne, condividere le emozioni e trovare nuovi modi di stare in intimità aiuta a mantenere la connessione viva, anche quando il sesso cambia forma.

Ricorda: la qualità del legame non si misura con la quantità di rapporti. Ogni coppia ha il suo ritmo. Quello che conta è sentirsi vicini, complici, ascoltati.

Ho sperimentato lo squirting in gravidanza: è normale?

Sì, può succedere! Lo squirting è l’eiaculazione femminile: un getto di liquido prodotto dalle ghiandole di Skene, che fuoriesce attraverso i dotti parauretrali durante un orgasmo intenso.

Se in gravidanza lo sperimenti per la prima volta, sappi che è un fenomeno naturale, favorito da alcuni fattori comuni in questo periodo:
– aumento dei liquidi corporei dovuto agli ormoni;
– maggiore sensibilità ed eccitabilità legata all’ossitocina;
– pressione pelvica esercitata dall’utero e dal bambino.

Se la gravidanza è fisiologica, non c’è alcun pericolo legato a sesso, orgasmi o squirting.

Se ti senti curiosa, puoi esplorare con il partner la stimolazione del punto G (nella parete anteriore della vagina, dietro la clitoride): con la giusta attenzione e ascolto, può regalarti nuove sensazioni!

Mamma, ogni corpo ha i suoi modi di esprimere piacere. Non c’è nulla di imbarazzante o sbagliato: se stai bene, vivi la tua sessualità in libertà e senza paure.

Emozioni e aspetti psicologici

Emozioni e aspetti psicologici

Durante la gravidanza, il tuo corpo cambia… e anche la tua mente! Gli ormoni fluttuano, il corpo si trasforma e il futuro che si avvicina può far emergere emozioni intense e contrastanti. È normale sentirsi felici e impaurite, energiche e stanche, sicure e incerte… anche tutto nello stesso giorno.
I cambiamenti psicologici in gravidanza non sono “esagerazioni”: sono reazioni profonde a un momento di trasformazione. A volte emergono emozioni antiche, ferite passate, paure o fragilità. Altre volte può semplicemente essere difficile riconoscersi nel corpo che cambia.
Prendersi cura di queste emozioni è parte del prendersi cura di sé. Parla di come ti senti con una persona di fiducia, un’ostetrica o contatta uno psicologo per un supporto se ne senti il bisogno. Parlare può essere di grande aiuto: le emozioni sono preziose!
Impara ad ascoltarti, a nominare le tue emozioni e accoglierle per conoscerti meglio e prepararti, dentro e fuori, per l’arrivo del tuo bambino.
Mamma, essere sensibile non ti rende fragile: ti rende viva.

Purtroppo, la depressione può insorgere anche durante la gravidanza e non solo dopo il parto. Riconoscere i segnali è importante per chiedere aiuto e ricevere il giusto supporto.
I sintomi più comuni sono:
– umore depresso per la maggior parte del tempo
– pianto frequente o immotivato
– perdita di interesse o piacere per le attività quotidiane
– stanchezza intensa o mancanza di energia
– difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni
– disturbi del sonno (insonnia o eccessiva sonnolenza)
– aumento o diminuzione dell’appetito
– ansia persistente o agitazione
– pensieri negativi su sé stesse, sulla gravidanza o sul futuro
– senso di colpa o inadeguatezza
Potresti sperimentare più di uno di questi sintomi o più sintomi contemporaneamente. Non vanno mai ignorati: se durano da più di due settimane o interferiscono con la vita quotidiana, è importante parlarne con chi ti segue in gravidanza o con uno psicologo.
La depressione non è una debolezza, ma una condizione che merita attenzione e cura. Intervenire precocemente aiuta te e il tuo bambino.

Un po’ di stress in gravidanza è normale e non fa male: il tuo corpo è progettato per proteggere il bambino anche nei momenti difficili. Ma se lo stress è molto intenso o prolungato nel tempo, può influenzare alcuni meccanismi ormonali e avere un impatto sul benessere generale, tuo e del bambino.
Quando siamo stressate, il corpo produce più cortisolo, l’ormone dello stress. In gravidanza, alti livelli di cortisolo mantenuti nel tempo potrebbero essere associati a un aumento del rischio di parto prematuro, crescita fetale rallentata o complicanze come diabete gestazionale e ipertensione. Ma parliamo di situazioni di stress grave e cronico, non certo di una giornata faticosa o di qualche pensiero di troppo.
Per questo è importante trovare il proprio equilibrio: non per eliminare ogni emozione, ma per ascoltarle, accoglierle e prendersi cura di sé. Respirazione profonda, riposo, movimento dolce, condivisione, supporto emotivo e una buona relazione con chi ti segue in gravidanza possono fare una grande differenza.
Mamma, se senti che lo stress è troppo, non sei sola: parlarne è il primo passo per ritrovare benessere e sicurezza, per te e per il tuo bambino. ❤️

Sì, è assolutamente normale. Anche se non vive i cambiamenti fisici della gravidanza, il partner affronta una trasformazione profonda: emotiva, relazionale e identitaria. Diventare genitore può far emergere entusiasmo, curiosità, amore… ma anche paura, insicurezza, senso di inadeguatezza.

Molti partner si sentono “fuori posto” o non sanno come supportare al meglio la mamma. Possono avere timori legati al futuro, al parto, al nuovo ruolo che li aspetta o al rapporto di coppia che cambia. Spesso si aspettano di “dover essere forti”, ma anche loro hanno bisogno di sentirsi accolti e ascoltati.

Il primo passo? Parlare.
Dedicatevi uno spazio di ascolto e di confronto e, se siete in difficoltà nel dover affrontare questo grande cambiamento da soli, parlatene con il vostro professionista di riferimento. Le emozioni non vanno nascoste: riconoscerle aiuta a viverle meglio e a costruire una genitorialità più consapevole.

La gravidanza è un’occasione per crescere insieme, come coppia e come genitori. Nessuno nasce pronto: ci si diventa, un passo alla volta.

Sì, può succedere… ed è più comune di quanto si pensi! Alcuni partner, durante la gravidanza, iniziano a sperimentare sintomi simili a quelli della futura mamma: nausea, stanchezza, insonnia, cambi di umore o addirittura aumento di peso. Questo fenomeno si chiama sindrome di Couvade e non è una malattia: è un segnale di coinvolgimento profondo.
La scienza non ha ancora una spiegazione definitiva, ma si pensa sia legato a un mix tra empatia, stress emotivo, cambiamenti nello stile di vita e perfino variazioni ormonali nel partner (come l’aumento di prolattina e cortisolo, e la riduzione di testosterone).
In altre parole, è come se il corpo e la mente del partner si stessero preparando, a modo loro, all’arrivo del bambino. Un modo inconsapevole per condividere il carico emotivo della gravidanza.
Parlatene insieme, con leggerezza ma anche con curiosità. Essere “in sintonia” non significa solo sostenere la mamma, ma vivere davvero la trasformazione della coppia in famiglia. Una cosa importante: non tutti i partner reagiscono alla stessa maniera e questo non vuol dire per forza che non c’è coinvolgimento a sufficienza.
La gravidanza è un viaggio che cambia entrambi, anche se in modi diversi. E se il tuo partner si sente “incinto”… forse è solo molto più vicino di quanto immagini. 💛

Durante la gravidanza, anche il partner ha un ruolo fondamentale. Non serve “fare grandi cose”, ma esserci, davvero. La presenza affettuosa, l’ascolto, la disponibilità a condividere emozioni, dubbi e preparativi sono già gesti importanti.

Ecco alcuni modi concreti per essere presenti:
– Ascoltare: anche solo esserci, senza giudicare, è un grande sollievo.
– Partecipare alle visite (se possibile): aiuta a sentirsi parte attiva del percorso.
– Condividere le scelte: parto, allattamento, preparazione alla nascita… sono decisioni di coppia.
– Occuparsi della casa o degli altri figli: soprattutto nei momenti di stanchezza o malessere.
– Essere affettuosi: massaggi, coccole, momenti di intimità rafforzano il legame.
– Informarsi: leggere, frequentare incontri o corsi insieme aiuta a capire meglio cosa succede e ad affrontare con più serenità ogni cambiamento.

Ricorda: non è solo la mamma a diventare genitore. Anche il partner attraversa una trasformazione profonda. Prendersi cura, fin da subito, è un modo bellissimo per iniziare a fare il genitore.

Essere presenti è già tantissimo. E fa la differenza. 💛

Sì, è assolutamente normale. La pancia che cresce è il segno visibile di un cambiamento immenso, fisico ed emotivo. Guardarla può far nascere gioia, stupore, tenerezza… ma anche paura, fatica, smarrimento o persino fastidio.
In gravidanza, il corpo cambia in fretta e non sempre ti riconosci. Puoi sentirti bellissima e potente un giorno, e goffa o vulnerabile il giorno dopo. Anche questo fa parte del percorso.
A volte la pancia ti fa sentire più “mamma”, altre volte può farti sentire “invasa”, oppure ricordarti che il tuo corpo ora non è più solo tuo. Questi vissuti sono comuni e non indicano che non ami il tuo bambino.
Anche i legami si costruiscono un po’ alla volta: non serve forzarsi a sentire qualcosa di preciso, ma ascoltarsi con sincerità. Può aiutarti accarezzare la pancia, parlare al tuo bambino, respirare insieme. Se invece le emozioni diventano troppo pesanti, parlarne con una persona di fiducia o con un professionista è un gesto di grande cura.
Mamma, la tua pancia è un luogo di vita… ma anche di trasformazione. Non serve avere sempre certezze: basta continuare ad esserci, con il cuore aperto.
Durante la gravidanza, il corpo cambia… e anche le emozioni! Se ti senti più sensibile del solito, è del tutto normale. Gli ormoni come estrogeni e progesterone, che aumentano rapidamente nei primi mesi, influenzano anche il sistema nervoso e possono renderti più reattiva, emotiva o irritabile.

Commuoversi per una film o arrabbiarsi per una frase fuori posto non significa “essere instabile”: è una risposta normale a un periodo pieno di trasformazioni, fisiche e interiori. Inoltre, la gravidanza porta con sé pensieri sul futuro, sul parto, sul cambiamento delle relazioni e sul ruolo di madre — tutto questo può rendere il tuo mondo emotivo più intenso.

Non giudicarti: accogli queste emozioni, parlane con qualcuno di fiducia o con chi ti accompagna in gravidanza. A volte basta condividere per sentirsi più leggere.
Mamma, essere vulnerabile non è un segno di debolezza: è un modo potente per restare in contatto con te stessa e il tuo bambino.

Sì, è assolutamente normale. Non tutte le donne sentono subito un legame profondo con il bambino in pancia. Per alcune, il senso di maternità arriva presto; per altre, cresce gradualmente, magari dopo averlo visto in ecografia, sentito muovere… o anche dopo la nascita.

Diventare madre è un processo, non un interruttore che si accende appena scopri di essere incinta. La pressione sociale spesso ci fa credere che “sentirsi mamma” debba succedere subito — ma non è così per tutte, e non c’è niente di sbagliato in questo.

Le emozioni possono essere confuse: felicità, paura, estraneità, gioia, fatica… è tutto parte del percorso. Concediti il tempo di conoscerti in questo nuovo ruolo, senza forzature.

Mamma, non sei meno madre solo perché non ti senti ancora “mamma”: stai costruendo qualcosa di grande, un passo alla volta. E ogni passo è valido. ❤️

Sentirsi sopraffatta in gravidanza è più comune di quanto pensi. Il corpo cambia, le emozioni si intensificano, la mente si affolla di pensieri e aspettative. A volte può sembrare “troppo”: troppo da fare, da capire, da controllare. Ma fermati un attimo. Respira.

Quando ti senti così, prova a rallentare. Spesso il primo passo è proprio riconoscere come ti senti, senza giudicarti. Va bene avere paura, stanchezza o confusione: non devi essere sempre forte. Sei umana, stai attraversando una grande trasformazione.

Parla con qualcuno di fiducia, con il tuo partner, un’amica, la tua ostetrica o una figura professionale. Chiedi aiuto, alleggerisci i carichi inutili, scegli una cosa alla volta. Anche solo dormire un po’ di più, farsi coccolare o fare una passeggiata può aiutare.

Mamma, non devi fare tutto perfetto. Prendersi cura di te è già un gesto d’amore per il tuo bambino. 💛

Preparazione al parto e assistenza

Preparazione al parto e assistenza

Le contrazioni dell’utero sono i movimenti del muscolo uterino che si contrae e si rilassa in risposta a stimoli naturali, sia interni che esterni. Questi movimenti sono involontari e spontanei, governati dal sistema nervoso autonomo, proprio come il battito cardiaco o la respirazione.
Dato che l’utero è un organo muscolare, le contrazioni sono una parte fondamentale della vita di ogni donna, non solo durante il parto. Il tuo utero, infatti, si muove e si contrae continuamente, soprattutto durante il ciclo mestruale, durante un orgasmo, durante la gravidanza e proprio durante il travaglio ed il parto. In gravidanza, senti la pancia dura perchè l’utero è grande e quindi è più facile percepire le contrzioni.
Durante il travaglio e la nascita del bambino per via vaginale, le contrazioni assumono un ruolo speciale: sono i movimenti che aiutano l’utero ad aprirsi e a spingere il bambino verso l’esterno, rendendo possibile il parto.
Se ti interessa sapere di più sulle contrazioni, approfondisci questo argomento leggendo i prossimi contenuti:
Contrazioni uterine in gravidanza: devo preoccuparmi?
Cosa sono le contrazioni di Braxton Hicks?
Contrazioni del parto: come riconoscerle?
Com’è il dolore delle contrazioni?
Cosa aiuta davvero durante le contrazioni?

Le contrazioni sono il segnale che il tuo corpo sta lavorando per accogliere il tuo bambino. Preparati ad affrontarle con serenità e consapevolezza. ❤️

Durante la gravidanza, normalmente l’utero si muove in risposta a stimoli interni (il movimento del tuo bambino) o esterni (un tocco più deciso della pancia). Questi movimenti sono attivazioni muscolari, quindi contrazioni lievi, che non devono preoccuparti.
In partica devi aspettarti che l’utero rimanga per la maggior parte del tempo morbido al tatto ma, in alcuni momenti, può irrigidirsi lievemente, soprattutto in maniera disomogenea. Potresti percepire una sensazione di lieve stiramento che scompare in breve tempo. Infatti, più l’utero è grande più è facile percepire questi indurimenti fisiologici.
Prima della 37esima settimana, non dovresti invece percepire dolore uterino, contrazioni più intense o regolari, perché sarebbero premature. Questa evenienza è rara e necessità un controllo medico urgente, sopratutto se associato a perdite di sangue o liquidi.
Se ti interessa sapere di più sulle contrazioni, approfondisci questo argomento leggendo i prossimi topic:
Cosa sono le contrazioni di Braxton Hicks?
Contrazioni del parto: come riconoscerle?
Com’è il dolore delle contrazioni?
Cosa aiuta davvero durante le contrazioni?
Le contrazioni sono il segnale che il tuo corpo sta funzionando al meglio. Impara a conoscerle per danzare con loro ❤️
Le contrazioni di Braxton Hicks, note come “false contrazioni”, sono comuni nel terzo trimestre e iniziano circa a sei settimane dal parto. Sono contrazioni preparatorie al travaglio e si manifestano come un irrigidimento temporaneo dell’utero: al tatto, puoi sentire la pancia dura, senza dolore significativo. Di solito, sono irregolari, non seguono un ritmo preciso e non aumentano di intensità. Alcune mamme le avvertono più la sera o quando sono stanche. Altre, non le percepiscono, poiché ogni corpo è unico e la sensibilità può variare in base alle caratteristiche individuali e all’abitudine di ascoltare i segnali del proprio corpo. Queste contrazioni servono per rafforzare la muscolatura uterina e migliorare il flusso sanguigno verso la placenta. Si distinguono dalle contrazioni del travaglio perché sono più brevi (>60sec), non diventano progressivamente più forti o dolorose e rimangono irregolari nel tempo, quindi non si avvicinano tra loro. Per alleviare il fastidio, se lo sperimenti, rilassati in una posizione comoda, bevi acqua e prova una respirazione profonda.
Scopri di più sulle contrazioni nei seguenti topic:
Contrazioni uterine in gravidanza: devo preoccuparmi?
Contrazioni del parto: come riconoscerle?
Com’è il dolore delle contrazioni?
Cosa aiuta davvero durante le contrazioni?
Ricorda, mamma, il tuo corpo si sta preparando al meglio per accogliere il tuo bambino. ❤️
Le contrazioni del parto segnano l’inizio del processo della nascita del tuo bambino.
Il parto, infatti, è un processo che si divide in più fasi e ognuna di queste è caratterizzata da contrazioni con caratteristiche differenti:
le contrazioni della fase prodromica
le contrazioni del travaglio
le contrazioni del periodo espulsivo
le contrazioni del secondamento
Queste contrazioni sono diverse da quelle che potresti aver percepito durante la gravidanza o dalle contrazioni di Braxton Hicks perché sono più efficaci e sfidanti, quindi associate a sensazioni corporee più intense. Oggi è importante prepararsi fisicamente, emotivamente e mentalmente al parto, perché viviamo in una società in cui la nascita è spesso accompagnata da tante informazioni e tecnologie. Queste ci aiutano, ma a volte ci fanno sentire meno connesse con il nostro corpo. Prepararsi significa trovare un equilibrio: da una parte usare ciò che la modernità ci offre, dall’altra rispettare i ritmi naturali del nostro corpo. Questo ti permette di affrontare il parto con serenità, fare scelte consapevoli e vivere questo momento unico sentendoti al centro del tuo evento. Ti parlo di come affrontare le contrazioni nel relativo topic.
Il parto è salute quando madre e bambino possono vivere la nascita come un momento positivo della loro vita!
Prima del parto potresti percepire delle contrazioni irregolari più forti del solito.
Le contrazioni della fase prodromica segnano l’inizio del processo del parto: l’utero si contrae più efficacemente e la cervice uterina si modifica e prepara per l’inizio della dilatazione. Si distinguono perché:
– Sono irregolari nel tempo (Es. ogni 10, 20 o 30 minuti) e nella durata (Es. 30-60 secondi).
– Le potresti percepire al basso ventre o nella parte bassa della schiena
– Sono più fastidiose che dolorose e non diventano progressivamente più intense come quelle del travaglio.
Per alcune donne queste contrazioni possono essere più efficaci e durare poche ore prima di intensificare e dare inizio alla fase del travaglio, mentre per altre possono presentarsi più a lungo con pause maggiori, anche per alcuni giorni.
Ecco alcuni suggerimenti per affrontarle:
– Rilassarti in un ambiente tranquillo e sfrutta le pause tra una contrazione e l’altra
– Fai un doccia o un bagno caldi
– Durante la contrazione respira profondamente, impegnati per rimanere rilassata e oscilla il bacino
– Sperimenta Impacchi caldi e massaggi
In questa fase, ricorda di rimanere a casa il più possibile, salvo perdite di sangue o liquido amniotico. Se le contrazioni diventano regolari, ravvicinate e più intense probabilmente si sono trasformate in contrazioni del travaglio.
Concediti il tempo di adattarti e ascolta il tuo corpo: sei pronta per questo viaggio speciale. ❤️
Le contrazioni del travaglio sono quelle che segnano l’inizio vero e proprio del parto e permettono la dilatazione completa della cervice, la discesa nel canale del parto e il posizionamento ottimale del bambino.
Queste contrazioni si distinguono da quelle prodromiche per caratteristiche precise:
– sono regolari (Es. 1 contrazione di 60 secondi ogni 5 minuti)
– diventano progressivamente più ravvicinate (ogni 10-5-3 minuti) e più lunghe (da 45 a 60 secondi).
– sono più dolorose coinvolgendo tutta la pancia, a volte la schiena e le anche.
– non si interrompono cambiando posizione o facendo un bagno caldo, al contrario delle contrazioni della fase prodromica, che possono prevedere delle pause anche molto lunghe
Per affrontarle, rilassati tra le contrazioni, respira profondamente e scegli le tecniche naturali di contenimento del dolore che conosci e che hai “allenato” in gravidanza. In travaglio, se lo desideri, puoi anche richiedere l’analgesia epidurale.
È importante ricordare che non esiste un unico metodo per gestire il dolore: ogni mamma dovrebbe sperimentare e trovare la strategia più adatta a sé. Questa preparazione non garantisce un risultato specifico, ma può aumentare la tua fiducia nel processo del parto. Dopo queste contrazioni arriveranno le contrazioni della fase espulsiva, che ti aiuteranno sul finale ad accogliere il tuo bambino.
Fidati del tuo corpo, che sa cosa fare, e vivi questo momento unico con serenità. ❤️
Le contrazioni della fase espulsiva rappresentano l’ultima parte del processo del parto: sono i movimenti che accompagnano il tuo bambino verso la nascita. Durante questa fase, il tuo corpo lavora in armonia per completare il percorso iniziato con il travaglio attivo.
Queste contrazioni sono particolarmente intense e lunghe, con una durata che può arrivare fino a 60-90 secondi, e si susseguono a intervalli di circa 2-3 minuti. A differenza delle precedenti, potresti percepire una forte sensazione di pressione verso il basso, accompagnata da un naturale bisogno di spingere.
In questa fase, il tuo corpo ti guiderà istintivamente sia nella spinta che nella posizione da assumere. Asseconda le sensazioni del tuo corpo.
Queste contrazioni sono le più sfidanti di tutto il processo ma il desiderio di spingere ti farà sentire più attiva e partecipe rispetto alla fase precedente.Le contrazioni della fase espulsiva sono le ultime contrazioni che percepisci prima di incontrare il tuo bambino. Il processo del parto si conclude con le contrazioni del secondamento.
Ricorda, mamma, ancora di più in questa fase ogni respiro e ogni spinta ti avvicinano sempre più al tuo bambino. Affronta questa fase con fiducia e concentrazione: stai per vivere uno dei momenti più unici della tua vita. ❤️
Le contrazioni del secondamento sono la fase finale del parto, subito dopo la nascita del tuo bambino. Permettono il distacco e l’espulsione della placenta, prevengono un sanguinamento eccessivo e aiutano l’utero a tornare piccolo.
Sono meno intense e più brevi rispetto a quelle del travaglio e della fase espulsiva. Le sensazioni possono variare in base alle tue caratteristiche, all’andamento del parto, alla placenta e al modo in cui i professionisti gestiscono questa fase. In generale, il dolore è lieve, e potresti percepire leggere contrazioni uterine e il peso della placenta che scende prima di essere espulsa.
In Italia, di routine, si somministra un’iniezione intramuscolare di ossitocina alla fine della fase espulsiva o all’inizio del secondamento, per ridurre il rischio di perdite ematiche eccessive. Anche il contatto pelle a pelle con il tuo bambino e l’allattamento precoce stimolano naturalmente la produzione di ossitocina, favorendo il distacco della placenta.
Mamma, hai completato un grande lavoro: ora hai tra le braccia il tuo bambino, il dono più prezioso. ❤️

Il dolore delle contrazioni è una delle esperienze più intense e personali del parto. Ogni donna lo vive in modo diverso, perché la percezione del dolore dipende da vari fattori: caratteristiche fisiche, tipo di parto (indotto o spontaneo), esperienze pregresse, paura e supporto ricevuto. Ad esempio, tensione muscolare e ansia possono amplificarlo, mentre rilassamento e respirazione lo attenuano.
Il dolore nasce dallo stiramento e dalle pressioni generate dalle contrazioni. Movimenti, posizioni, acqua calda, impacchi e massaggi possono alleviare queste sensazioni, stimolando il rilascio di endorfine e aumentando il tuo benessere. Anche un ambiente sereno e il sostegno emotivo giocano un ruolo importante per aiutarti a sentirti sicura e concentrata.
Comunque, devi sapere che il dolore delle contrazioni ha un senso: segnala al corpo i progressi del travaglio e favorisce un cocktail ormonale che prepara mamma e bambino alla nascita. La preparazione durante la gravidanza e la consapevolezza delle opzioni disponibili, inclusa l’analgesia farmacologica (come l’epidurale), ti aiutano a scegliere come vivere questa esperienza unica.
Mamma, sei tu la protagonista del tuo parto: il tuo corpo sa cosa fare, e ogni contrazione ti avvicina al tuo bambino. ❤️

Le contrazioni sono una parte fondamentale del parto, e ogni mamma può affrontarle in modo unico, scegliendo ciò che funziona meglio per lei. Il dolore associato, spesso temuto, può essere gestito sia con tecniche di analgesia farmacologica che naturale. Anche quando il dolore è ridotto, è importante rimanere attive: movimenti, posizioni adeguate e una corretta respirazione aiutano le contrazioni e favoriscono la nascita del tuo bambino. Ecco alcune strategie utili per affrontarle:
– Respirazione e rilassamento: Respira profondamente e lentamente, lasciando andare la tensione a ogni espirazione per migliorare ossigenazione e benessere.
– Movimento e posizioni: Oscilla il bacino, cammina o usa una fitball per favorire la discesa del bambino.
– Acqua calda e massaggi: Bagni caldi, impacchi e massaggi sulla schiena o sul bacino aiutano il rilassamento.
– Supporto emotivo: Il sostegno di chi ti è vicino è essenziale per sentirti al sicuro e incoraggiata.
– Ambiente sereno: Luci soffuse, musica rilassante e aromaterapia possono aiutarti a mantenere la calma.
Prepararti durante la gravidanza con tecniche pratiche ti darà più fiducia. Non esiste un solo modo giusto: ascolta il tuo corpo, seguilo e scegli ciò che ti fa sentire meglio. Ogni contrazione ti avvicina al momento più speciale della tua vita: accogliere il tuo bambino. ❤️

Il massaggio perineale è una tecnica che può essere utile nelle ultime settimane di gravidanza per aumentare la consapevolezza e l’elasticità dei tessuti del perineo. Le evidenze mostrano che, se praticato con regolarità a partire dalla 34ª–35ª settimana, può ridurre il rischio di lacerazioni perineali e di episiotomia, soprattutto nelle primipare.
Per praticarlo, scegli un momento in cui sei rilassata e un ambiente tranquillo. Può essere utile utilizzare uno specchio per osservare la zona e prendere confidenza con quello che stai facendo.
Segui questi passaggi:
– lava bene le mani e utilizza un olio naturale
– mettiti in una posizione comoda: semi-sdraiata, sul bordo di una sedia oppure in piedi con una gamba sollevata su un rialzo
– inizia massaggiando delicatamente la vulva, soffermandoti sulla zona tra l’orifizio vaginale e l’ano; con le dita immagina di disegnare piccoli cerchi
– se te la senti, inserisci un pollice all’interno della vagina per circa 2 cm, con il polpastrello rivolto verso il basso, e afferra delicatamente il tessuto tra pollice e indice
– esegui movimenti lenti e circolari, come se disegnassi dei cerchi, spostandoti gradualmente su tutta l’area raggiungibile con un movimento a “U”
Auto-praticare il massaggio perineale può essere meno semplice di quanto sembri e una descrizione scritta potrebbe non essere sufficiente. Se ti senti in difficoltà, è utile rivolgerti a una terapista esperta in riabilitazione del pavimento pelvico, che potrà valutare la tua situazione e insegnarti la tecnica più adatta a te. Il massaggio dovrebbe durare 5–10 minuti, 3–4 volte a settimana. È normale avvertire inizialmente una lieve sensazione di fastidio o bruciore, che tende a ridursi con la pratica.

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